8 ottobre 2009

La sfida educativa

Piccoli appunti tratti  dal libro a cura del progetto culturale CEI per preparare l’incontro del 9 ottobre con Belardinelli e di domenica 11 con don Andrea


Per un’idea di educazione (1-24)

+ Scomposizione dell’umano. Scissione tra intelligenza e affettività. Occorre una razionalità affettiva e una affettività ragionevole per una personalità equilibrata.Come aiutare i giovani a tenere insieme testa e cuore? Come educare a superare la frammentarietà delle scelte?

+ Divaricazione tra educazione e formazione. L’educazione in definitiva si risolve in trasmissioni d’informazioni e di capacità e in socializzazione culturale. Viene valorizzata la spontaneità, uno spontaneismo soggettivo, sperimentale e nomade e non trasmissione di valori e di tradizioni. Come aiutare i giovani a tenere insieme educazione e formazione? Come mettere in luce attraverso esperienze concrete il limite dello spontaneismo soggettivo?

+ Dai valori alla relazione generativa. Un valore è tale solo se viene generato nell’esperienza. Come passare da una proclamazione astratta di valori a una paternità e maternità che all’interno di una relazione accogliente aiuta i giovani a tradurre in esperienze e stili di vita i valori?

+ La cultura post moderna ama rappresentare l’esistenza con la metafora del gioco inteso come gratuità dell’accadere sgravato da responsabilità e da scopi.. non si deve insegnare dove si è diretti ma solo a vivere nella condizione di chi non è diretto da nessuna parte. Come nell’educazione far emergere le domande primordiali dell’esistenza: nascere è un dono buono o avvelenato? Il nascere è una appartenenza anonima o una figliolanza? E’ possibile generare senza educare per dare un senso positivo alla vita?

+ Nella educazione spesso non si sviluppa il concetto di persona umana come un bene più grande di me che mi precede e al quale devo tendere. Ha senso educare a valori come la tolleranza, la legalità, l’ambiente, le comunicazioni, l’interculturalità, senza un contesto più ampio della persona come soggetto educativo? Sii ciò che sei o diventa ciò che sei?

+ Nella educazione è essenziale tanto l’essere educati quanto l’auto educazione.  Come educare ad una intelligenza critica così da tenere insieme verità e complessità  per non diventare giovani dogmatici sulle cose opinabili e  scettici su quelle fondamentali?

+ Educare alla libertà significa liberare la libertà dalla disastrosa idea di essere tutta e solo potere di scelta e non anche capacità di adesione al bene e di relazionarsi con la libertà degli altri. Come educare  i giovani alla libertà senza una comunità educante autorevole che  non dica fai così ma fai come me?

EDUCARE è POSSIBILE ANCHE OGGI MA A CERTE CONDIZIONI CHE RIGUARDANO ANZITUTTO GLI EDUCATORI CHE AIUTANO IL GIOVANE A RISCOPRIRE LE GRANDI COORDINATE DELLA RELAZIONE UMANA: LA CURA DEL VOLTO ,  LA CURA DELL’ORIGINE ,    LA CURA DELL’ALTRO, LA CURA DEL SENSO E QUELLA DI DIO.

Emergenza educativa nella Comunità cristiana ( pag 72-87)

+gli incontri di gruppo sono importanti ma hanno bisogno di essre accompagnati da un dialogo educativo continuativo e personale.

+l’educazione ha bisogno d tempo e la comunità è contagiata dalla frenesia delle attività e delle iniziative e chiede all’educatore la disponibilità di mettersi in gioco.

+l’educazione è possibile solo in una vera corresponsabilità tra educatore e giovane e tende a far nascere esperienze di vita insieme per non cadere nella astrattezza e lontananza dalla vita vissuta.

+la sfida della educazione dei giovani consiste nella capacità dell’educatore di mostrare la bellezza ed il significato umanissimo della vita cristiana senza svilirla ed annacquarla.

+Un grande problema (con belle eccezioni) è la presenza di educatori troppo giovani che non hanno la maturità umana e spirituale e non sono davvero accompagnati da una comunità di adulti che delega l’educazione delle future generazioni.

+la comunità educa se diventa per i giovani luogo di esperienze di vita assecondando il bisogno di protagonismo e di azione tipico dei ragazzi e non una educazione fatta di parole e concetti!!

+ la comunità può diventare palestra di responsabilità per i giovani attraverso diversi e graduali servizi che vengono loro affidati con a fianco l’educatore e nella ricchezza di generazioni diverse che si incontrano.

+Far sperimentare ai più giovani la bellezza di educare  attraverso la crescita dei più piccoli che permette di toccare con mano chela vita sempre si rinnova e ritrova nuova freschezza.

+ la formazione di nuovi educatori è compito decisivo per una comunità facendo emergere vere e proprie vocazioni educative.


E’ TEMPO PER RILACIARE L’IDEA DI UN PROGETTO EDUCATIVO CHE RIPRPONGA L’ESIGENZA DI UNA VISIONE GLOBALE E INTEGRALE DELLA EDUCAZIONE, AGGIORNANDONE I TRATTI ALLE CARATTERISTICHE DELLA CULTURA DEL NOSTRO TEMPO.


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