Le Dodici Tribù, esperienza di una comunità che si mette in ascolto della Parola
Convegno diocesano “tre giorni di verifica e programmazione per tutti gli operatori pastorali” su LA PAROLA DI DIO NELLA VITA E NELLA MISSIONE DELLA CHIESA 4-5-6 Giugno 2008 ———————– Venerdì 6 giugno: presentazione di alcune esperienze di ascolto della Parola di Dio presenti nella nostra Chiesa: Le Dodici Tribù, esperienza di una comunità che si mette in ascolto della Parola (parrocchia S.Famiglia di Fano).
La nota pastorale della CEI del 1995
La citazione di un documento purtroppo così poco conosciuto nelle nostre comunità (“La Parola del Signore si diffonda e sia glorificata”) vuole posizionare da subito il tema dell’ascolto della Parola all’interno della normale vita delle nostre parrocchie.
L’assenza di un abitudine al contatto con le Scritture ha infatti, nella migliore delle ipotesi, relegato la Parola di Dio a qualche cultore specialista di archeologia letteraria più interessato a dilettarsi in citazioni dotte che a modificare gli atteggiamenti di vita o a costruire momenti veri di fraternità.
La Parola di Dio è invece “vita” ed è su di essa, dice il documento del ‘95, che “…si fonda la nostra speranza per un cammino verso il terzo millennio, ispirato a quello di Israele che dopo l’esilio riscopre il Libro: un cammino di coraggio, di condivisione e di gioia…”.
La Bibbia deve diventare in tale prospettiva elemento determinante del rinnovamento della catechesi e della liturgia ed è per questo che è necessario che i fedeli cristiani abbiano largo accesso alla Sacra Scrittura promuovendo un contatto diretto con essa (Dei Verbum 7 e 22).
Un retto uso della Bibbia, si legge in altra parte della nota CEI, “…comporta che la pastorale biblica permei l’intera pastorale della chiesa e si ponga l’obiettivo di aiutare i fedeli a conoscere e leggere personalmente e in gruppo la Bibbia nel rispetto della sua identità teologica e storica, di favorire l’incontro diretto dei fedeli con la Parola di Dio scritta in modo da saper ascoltare, pregare, attualizzare ed attuare la Parola nella vita quotidiana…”
Un’esperienza di Parrocchia
Questo è quanto abbiamo cercato di vivere in questi anni “consacrando” il venerdì sera proprio a questa “celebrazione” dell’ascolto comunitario dei testi dell’Antico e del Nuovo Testamento letti in maniera continuativa dalla nascita della Parrocchia nel 1981 e, da parte di alcuni di noi, anche da prima.
La catechesi biblica della comunità parrocchiale della Santa Famiglia è partecipata da persone di diversa provenienza che stanno cercando assieme tutto ciò che il Signore ha indicato come priorità nella vita di fede al di là delle inevitabili differenze di sensibilità, di cultura, di esperienze di vita di ciascuno.
Dopo molti anni dedicati ad un ascolto comunitario gestito direttamente dal parroco abbiamo ritenuto, ad un certo punto, di dover fare un salto di qualità assumendoci direttamente, come laici, la responsabilità di diventare annunciatori della Parola e di coinvolgere più gente possibile nel percorso di catechesi per gli adulti proprio perché la “Parola” è di tutto un “popolo in cammino” e non solo del suo Pastore.
Sollecitati in tale intuizione dallo stesso parroco abbiamo http://cialisonline-rxpharmacy.com/ “inventato” il percorso delle “12 tribù” riorganizzando i partecipanti alla catechesi biblica in 12 gruppi, denominati in base alle tribù di Israele insediatesi nella terra promessa, incaricati di preparare, per tempo,
il proprio testo biblico di riferimento indicato in un apposito calendario consegnato all’inizio di ogni percorso e con l’impegno di allargare il proprio gruppo ai lontani, agli innamorati segreti di Dio, a coloro che vorrebbero, ma non si buttano,
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Si è trattato di un cammino intenso a cadenza settimanale periodicamente intervallato da:
interventi del Parroco sui temi di “introduzione alla Parola di Dio” per offrire contributi di metodo ai vari gruppi, ma anche per sollecitare riferimenti concreti alla vita della comunità,
interventi dei “ministri lettori” su testi legati a particolari periodi
liturgici;
interventi di relatori esterni su argomenti di ermeneutica, catechesi biblica o spiritualità.
In questa prospettiva i “laici” protagonisti di questo cammino sono impegnati nella organizzazione della fase di preparazione della propria catechesi nelle settimane precedenti al proprio turno.
Si ratta di momenti di preparazione vissuti nelle proprie case intorno al testo di riferimento da parte dei componenti delle singole tribù in base ad una propria autonoma modalità illustrativa ed esplicativa.
Il responsabile della tribù individua i commenti di riferimento su cui preparare l’approfondimento e definisce le modalità più efficaci di presentazione del lavoro di riflessione che tenga sempre conto di una correttezza di approccio al testo, ma anche di un coinvolgimento di vita e di apertura spirituale ed esistenziale capace di leggere i segni dei tempi e di aprire tutti a prospettive di conversione seria ed adulta.
Abbiamo avviato questo percorso ormai da oltre tre anni grazie anche alla presenza attiva del parroco che costruisce l’intero percorso pastorale della Parrocchia intorno alla catechesi biblica vissuta in stretto collegamento con al celebrazione eucaristica domenicale e feriale.
Le nostre catechesi seguono una metodologia basata su alcune convinzioni fondamentali e su alcune http://viagraonline-pharmacyrx.com/ indicazioni fisse così riassumibili:
una connotazione “permanente” della catechesi biblica per adulti: la sera del venerdì è infatti “consacrata” all’ascolto della Parola per tutto l’anno e senza mai interruzione alcuna nemmeno nella stagione estiva;
una caratterizzazione “liturgica” dell’ascolto: la catechesi biblica è infatti vissuta in Chiesa e con la proclamazione del testo fatta dall’ambone;
un percorso di lettura a carattere continuativo e generic viagra non tematico: si segue un libro, in modo costante e non a pezzi perché è la nostra vita a dover “ruotare” attorno alla Parola e non viceversa. La lettura continuata del testo ci dà infatti la possibilità di entrare in confidenza con una storia, con uno stile, con i vari riferimenti, facendoci a mano a mano sentire sempre più a nostro agio con il testo stesso;
un’alternanza di Antico e Nuovo testamento perché entrambi sono “Parola di Dio” e nessuno può essere compreso senza l’altro;
un approccio al testo che stimoli processi di attualizzazione, nella volontà di trovare aderenza con la vita in una conversione continua senza mai perdere di vista l’oggettività della sua dimensione rivelativa (perché “i miei pensieri non sono i vostri pensieri”).
Il lavoro delle tribù, perciò, funziona come un work-shop; è un lavoro sul testo, per far sì che il testo stesso possa essere calato nella vita di chi lo legge e possa essere di aiuto per ripensare e reinterpretare la vita di chi ascolta.
Nell’esperienza delle 12 Tribù la lettura della Parola è comunitaria ed ecclesiale e non personale, (“nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione, perché non da volontà umana fu recata mai una profezia, ma mossi da Spirito santo parlarono quegli uomini da parte di
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Dio” 2 Pt. 1,20-21) e in questo percorso impariamo la lettura fraterna, che diventa poi stimolo per un discernimento personale.
Ai responsabili delle 12 tribù sono stati indicati, per questo motivo, alcuni dati di “introduzione alla Scrittura” essenziali da tenere bene a mente e da cui partire per comprendere il rapporto del credente con la Scrittura e avvicinare così a questo “tesoro prezioso” più gente possibile senza paura. Li abbiamo così riassunti in alcuni grandi principi a cui fare sempre riferimento:
1. La Sacra Scrittura contiene parole sensate e alla portata della comune intelligenza dell’uomo perché è Parola di Dio espressa in parola umana. Non contiene quindi parole magiche o esoteriche riservate solo a persone intellettualmente o spiritualmente privilegiate;
2. Spetta ai cristiani, di conseguenza, mettere la necessaria volontà e impegno in ordine alla comprensione del significato proprio e diretto della Sacra Scrittura (“io sono tuo servo, fammi comprendere e conoscerò i tuoi insegnamenti – salmo 119,125);
3. La Parola, dopo essere stata ascoltata e capita, deve essere ubbidita; l’ubbidienza è il segno rivelatore dell’autentico ascolto e dell’autentica conoscenza;
4. L’effettivo ascolto, conoscenza e ubbidienza avvengono nella Chiesa;
5. La lettura e lo
studio personale della Parola di Dio nella Chiesa sono la via più efficace alla preghiera cristiana.
Ciò serve anzitutto a costruire insieme il senso di appartenenza alla Chiesa partendo dalle Scritture; a rileggere l’attualità, ad interpretare i segni del tempo tenendo conto che la Parola di Dio ci dà una chiave di lettura. Siamo stimolati a rimettere insieme le problematicità
dela storia e della vita di ciascuno ripartendo dalla Parola che da senso al tutto; ci denudiamo di tutto, distruggiamo le nostre umane certezze per ricostruire l’unica grande certezza con Lui, riaccentrando tutto intorno alla Parola (e all’Eucarestia naturalmente).
La Parola di Dio diventa il criterio di ripensamento di una appartenenza ecclesiale non devozionale (come si diceva ieri) che ridia ruolo forte alla dimensione ministeriale del battezzato comune, laico, religioso o presbitero che sia: anche ai laici spetta l’accesso alle profondità delle Scritture affiche siano “sempre pronti a rispondere, a chiunque vi domandi ragione, della speranza che è in voi” (1 viagra generic Pt. 3,15).
In tre anni di cammino comunitario di ascolto abbiamo letto per intero il Vangelo di Giovanni e gli Atti degli apostoli e ora, dopo un breve intermezzo sui salmi, abbiamo iniziato un lungo cammino col Vangelo di Matteo.
Le scelte dei testi biblici da leggere cercano di non essere mai casuali, ma di rappresentare la vita della comunità e infatti la lettura che se ne fa risente della situazione di vita delle persone che vi partecipano.
Il Vangelo di Matteo
Dopo ampia riflessione, per rilanciare e allargare le dodici tribù che introducono la catechesi comunitaria e che sono state un vero dono per la nostra comunità, è stata proposta la lettura del Vangelo di Matteo che coincide quest’anno con le letture festive dell’anno A.
Le linee di lettura generic pharmacy che ci siamo voluti dare, sia pur nella complessità di un testo che costituisce la prima grande sintesi della vita di Gesù scritta nel I secolo, riguardano:
la costruzione di una fraternità missionaria per ripartire con uno spirito nuovo e per costruire legami forti di amore;
una attenzione particolare ai giovani che costituiscono il online cialis futuro della Chiesa e della stessa comunità civile affinché non perdano il senso della “lentezza” della Parola a favore della “velocità” dell’immagine (una tribù è gestita interamente dai più giovani);
avere un’attenzione particolare ai comandamenti come risposta dell’amore tenero e misericordioso del Signore e come urgenza di tradurre in prassi la Parola di Dio; Matteo infatti scrive per una comunità Giudeo-Cristiana e tutta la struttura del suo Vangelo si ispira a Mosè
e alla Thorà e, in modo molto legato alla tradizione vetero testamentaria, sottolinea con forza che la Parola di Dio è insieme ascolto e prassi.
Come motivo dominante abbiamo preso la conclusione del discorso della Montagna (7,24-27) sulla necessità di essere uomini e donne prudenti che mettono in pratica la Parola. Il brano viene letto ogni volta dalla tribù prima di iniziare il lavoro:
24Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. 25Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. 26Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. 27Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande”.
L’articolazione strutturale proposta – pubblicata in un libretto messo a disposizione di tutti – segue il criterio della lettura continua, armonizza alcune ripetizioni, e individua, per ogni “lectio”, un titolo che tenta di riassumere i contenuti del brano in un’ottica di attualizzazione.
Abbiamo elaborato un preciso programma/calendario che offre indicazioni comuni a tutte le tribù tenendo però conto che non si tratta solo di preparare il proprio incontro, ma di costruire una fraternità partecipando abitualmente a tutte le catechesi allo stesso modo in cui si partecipa alla Messa domenicale.
Un’esperienza di allargamento interparrocchiale.
L’esperienza vissuta ha portato a sentire la comunità della S. Famiglia come “frammento” di una ben più ampia porzione di Chiesa. Per questo motivo abbiamo sentito la necessità di contaminare la nostra esperienza di ascolto comunitario con quelle avviate nelle parrocchie vicine che stanno seguendo esperienze simili. Ne è nata l’idea di organizzare assieme 3 o 4 incontri all’anno, da tenersi sempre di venerdì, su temi del prossimo Sinodo dei Vescovi. Un primo incontro si è già tenuto nel mese di Maggio con la partecipazione del Biblista d. Nazzareno Marconi di Assisi che ci ha introdotto nei “Lineamenta” del Sinodo con una bellissima esortazione all’ascolto. Entro la fine dell’anno, subito dopo il Sinodo, prevediamo un ulteriore incontro su ciò che è emergerà dalla importante assise dei Vescovi e così via per i prossimi anni nelle altre parrocchie. Un momento bello che dà grande speranza verso una Chiesa aperta e profondamente “sinodale”.
GIOVANNI SANTARELLI