23 giugno 2012

Chiara Petrillo

Chiara Petrillo

Se il punto di riferimento dei nostri giudizi non parte dalla realtà si rischia di crearne una artificiosa dove le parole esprimono solo astrazioni vuote e definizioni inutili. In questo contesto la stessa definizione di Credente o non credente, apparentemente così demarcabile, diventa semplicemente un inutile biglietto autoreferenziale che uno può esibire ma che a nulla giova. La vita quando ti accarezza inaspettatamente coi suoi momenti significative come il dolore e la morte improvvisamente mette le caselle al posto giusto senza il bisogno presentazioni .

Molti di noi in questi giorni hanno fatto parte di quella schiera di persone che è rimasta incollata a YouTube e commossa per la storia di una giovane madre (Chiara) che muore a 28 anni per un tumore dopo aver rinunciato a curarsi (e chissà… forse… a guarire) a favore del figlio che era in grembo dopo altre due gravidanze conclusasi con la morte neonatale di altri due bambini gravemente malformati ma attesi comunque come una grande benedizione Ma che cosa c’è di così importante in quella gravidanza che mette la propria vita tutta a sostegno di questo evento fino all’estremo sacrificio? Un atto di eroismo? La fede è li per chiederci “lo sforzo” dell’eroismo? E Perché dunque questa insistenza nel sostenere una vita anche quando né è prevista la fine entro mezz’ora dalla nascita? Quale ragione umana o quale ragionevolezza in tutto questo?

Molti immaginano il cristianesimo come una sorta di ‘’optional’’ necessario per rende la vita ‘’meno dura’’ inseguendo quindi un fine utilitaristico;… un oppio per intenderci, ma la vita ci insegna che non è così, sia la nostra vita dove il dolore non è risparmiato ma anche quella di nostro Signore che non ha avuto ‘’i saldi’’ del dolore umano; il prezzo lo ha pagato per intero.. Qualche anno fa ho fatto visita ad un opera d’arte a Napoli, che mi ha meravigliato per essere così sconosciuta e mi ha entusiasmato forse più della celebre Pietà di Michelangelo.; “Il Cristo velato”. è sconvolgente per l’intuizione dell’artista che scolpisce dal marmo la figura di un Cristo morto ricoperto di un panno( anch’esso di marmo) trasparente. La materia non ci può distogliere dal vedere oltre. In fondo anche Chiara ci dice questo e con parole di una semplicità incredibile ci dice che Dio ha messo dentro di noi la capacità di capire in maniera inequivocabile; l’uomo è un essere piccolo ma capace di Dio. Don Oreste qualche annetto orsono ci diceva sempre: “parlate della vita, sempre” perché Dio ha scelto la vita per proporsi e rendere trasparente (pur nel mistero) i suoi significati; questa capacità ci è donata con la vita dei Santi che insistentemente, costantemente ci svelano dei tratti di strada di impensabile bellezza .La parola di Dio passa sempre attraverso le persone come Dio ha fatto attraverso Suo figlio nato da una normalissima gravidanza e questa finisce per essere centrale per la comprensione della realtà; mentre la scienza e le applicazioni la rendono sempre meno misteriosa nei meccanismi di espressione fino alla capacità di riprodurla la sua scintilla spesso ci viene oscurata quando si confonde il meccanismo della vita con l’arroganza di una possibile autopoiesi che ne esclude la dipendenza da Dio. Il marmo che ricopre il Cristo napoletano torna ad essere di pietra e impermeabile all’intelligenza.

Francis Crick celebre Nobel e scopritore della ‘’molecola della vita’’ il DNA ebbe a dire, dopo la sua scoperta: “E’ inebriante per la prima volta possiamo sentirci al posto di Dio” Essere non credenti, oggi significa ( per tutti)non vedere il senso, per chi crede rimane comunque un mistero di cui si intuisce bellezza e per cui tutto vale la pena….. un millimetro ma di grande sostanza; un ghigno per chi non crede un sorriso per chi crede.

L’aborto è senza dubbio la sconfitta della ragione e della fede, il de profundis della speranza e la rinuncia al cambiamento. Molti oggi lo considerano un atto di libera scelta piuttosto che il segno evidente di un atteggiamento reazionario e conservatore perché la vita è rivoluzione e il cambiamento che ci viene chiesto è di accettarla. Nella società Romana migliaia di anni orsono vi era il padre disponeva del della vita dei propri figli come un diritto, quasi fosse un diritto naturale; oggi questo diritto è stato decretato a favore ( sic!) delle donne con l’assenso( o meglio l’indifferenza) di tutti; anche oggi la Consulta ha emesso una sentenza a favore della legge 194 che rimane nelle nostre coscienza una macchia che accompagna la nostra generazione; è costituzionale, dunque uccidere. Sembra pesarci l’insistenza della chiesa che tenta in ogni modo di arginare l’offensiva contro la vita mentre per il quieto vivere queste decisione della giustizia annientano la reazione della coscienza che ne rimane indifferente . Queste sentenze sono invece ‘’storia’’ a tutti gli effetti. Incidono il tessuto sociale danneggiandolo e producendo infelicità e dolore; l’aborto lascia ferite che non cicatrizzano patologie depressive che non esitano in gesti auto lesivi; non serve il buonismo assolutorio né parole di circostanza; il dolore è dolore. Punto. La psicoanalisi è a dire di qualcuno una confessione senza assoluzione; la chiesa dunque è l’unico luogo dove quella gravidanza interrotta può legandosi all’infinita bontà di Dio ritrovare pace. La chiesa è lo strumento di questa speranza altro che luogo del giudizio perché è testimone della resurrezione che né è la terapia. C’è un legame profondo che unisce la gravidanza di Maria e la speranza per il mondo e ogni gravidanza ne è un ricordo; Poche ore prima di morire, Chiara rispondeva al marito che le chiedeva se il dolore era davvero così leggero come lo descriveva il vangelo:’’ Senza tentennamenti Chiara ha detto “Si perché la vita non è misurabile in minuti ma mezz’ora o 100 anni sono la stessa cosa nel mistero di chi l’ha voluta. Lei come Beretta Molla recentemente beatificata come le tante mamme che hanno costituito l’associazione ‘’la quercia millenaria’’ come la casa degli stati vegetativi don Orione di Bergamo ci camminano avanti comprendere il destino di bene che ci aspetta anche quando sembra che il dolore ci toglie le forze per comprendere; ma è in quel momento che si decide il nostro essere credenti o no .

Francesco Amaduzzi
Associazione la famiglia

Immagine anteprima YouTube


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