Iniziano i dialoghi del venerdì sulla fede
Ormai ci siamo!! Venerdì prossimo 29 giugno partiremo con il nostro piccolo ciclo estivo dedicato ai dialoghi del venerdì sulla fede.
Una occasione importante per rivederci tutti ad ascoltare alcuni maetri e testimoni della fede cristiana che ci raccontano i fondamenti della rivelazione.
Venerdì, come sapete già, inizieremo con un intervento di d. Marco Presciutti intervistato da Luciano Benini sul Cantico dei Cantici, proseguiremo venerdì prossimo con Daniele Garota intervistato da me sui temi dei tempi ultimi per terminare il 20 luglio con Primo Ciarlantini intervistato da Giorgio Magnanelli per soffermarci sull’apocalisse.
Venerdì prossimo presenteremo anche, nell’ambito dell’intervista sul Cantico, un libro di d.Marco che abbiamo stampato appostamente per la serata e che verrà messo in vendita ad un prezzo “politico”.
Si tratta di un bellissimo commento al Cantico dei Cantici.
Per darvi un primo assaggio del lavoro di d. Marco vi allego una nota scritta da d. Vincenzo sul testo di d. Marco che vi invito a leggere con attenzione entro venerdì.
Ci vediamo tutti venerdì alle 21,15.
NINO
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PREMESSA AL LIBRO
La prima cosa che ti colpisce di questo commento dell’amico don Marco Presciutti al Cantico dei Cantici è il linguaggio schietto, caldo, coinvolgente, come una grande omelia avendo davanti agli occhi giovani e giovani famiglie che hanno appena scoperto la bellezza dell’amore.
Il testo, come chiarisce l’autore, è nato dalla fusione di due testi scritti in tempi diversi, l’uno per i giovani, l’altro per famiglie. Inviterei i lettori di partire dalla seconda parte, meno analitica e che delinea in modo efficace e sintetico le caratteristiche dell’amore coniugale, per poi passare alla esegesi spirituale e articolata del testo in cui l’autore con grande equilibrio mette insieme due interpretazioni fondamentali del Cantico: quella che lo vede come un inno all’amore alla luce del Dio creatore, quasi un commento ai testi iniziali della Genesi, e quella tipica del Targum ebraico ripreso dai Padri cristiani di un testo che canta la storia infinita dell’amore di Iavè per il suo popolo.
Una sintesi di grande equilibrio e saggezza nel giusto approccio a una lettura perenne del Primo Testamento che approda in una lettura cristiana del Cantico dove Cristo e la Sposa si amano di un amore così concreto che “eros e agape” si fondano insieme, grazie a colui che è venuto a portare a compimento ogni riga della Scrittura e a renderci capaci nello Spirito di un amore appassionato come quello con cui Lui ci ha amati e redenti.
Tenendo insieme dunque le varie interpretazioni, il Cantico dei Cantici diviene estremamente attuale per l’antropologia e la cultura contemporanea a cinquant’anni dal Concilio Vaticano secondo che ha ripresentato Cristo come Colui che svela l’uomo all’uomo e gli mostra in pienezza la bellezza della vita. Umano e cristiano si toccano, si completano; per essere cristiani non occorre abbandonare o “avvelenare” qualcosa di veramente umano perché c’è una sintonia profonda tra il cuore dell’uomo la concezione cristiana dell’amore. La fede –ci ricorda papa Benedetto-non è un mondo parallelo o contrapposto a quel primario fenomeno umano che è l’amore, ma accetta tutto l’uomo intervenendo nella sua ricerca d’amore per purificarla dischiudendogli al contempo nuove dimensioni.
Il Commento al Cantico può essere letto anche come un prezioso vade-mecum per gli “amanti” dei nostri giorni che non accetterebbero di essere discepoli di Gesù se non lo riscoprono come il più umano degli umani sia sul piano dell’intelligenza che della concreta esperienza di vita. Proviamo a leggerlo allora come un percorso d’amore per trovare sintesi e unità dentro di noi: tra eros e agape, tra amore discendente e amore ascendente, tra un amore ancora incerto <<dodim>> e un amore forte e sicuro <<agape>>, tra l’amore in cui si beve il primo vino di Cana e quello più maturo in cui si beve il secondo vino quello più buono offerto da Gesù!
Un percorso alla ricerca d’armonia tra l’amore appassionato che pulsa dentro di noi e un amore capace di aprirsi all’altro vincendo l’egoismo; tra l’amore di Dio e amore del prossimo; tra anima e corpo poiché l’uomo diventa se stesso quando anima e corpo si ritrovano in intima unità e la sfida dell’eros può dirsi veramente superata quando questa unificazione è riuscita. Un percorso alla ricerca dell’unità perduta tra il corpo volto e sacramento dell’anima dove spirito e materia si compenetrano a vicenda: unità laboriosa perché a volte l’una o l’altra dimensione può emergere maggiormente ma senza mai distaccare l’una dall’altra pena una caricatura dell’amore.
Possiamo utilizzare questo testo anche come un aiuto per la “lectio divina” come anche altri commenti simili del post concilio. Imparerai a riconoscere e a seguire i profumi dell’amore che inebriano le pagine del Cantico: i profumi dell’amore ti mettono dentro la voglia di ricominciare a credere che l’Amore è ancora possibile, rompendo con le abitudini ,uscendo allo scoperto, seguendo le orme che lo Sposo passando ha lasciato, ricuperando la bellezza infinita dell’amore nei piccoli segni e profumi , accettando con coraggio le inevitabili prove dell’amore e aspettando l’incontro definitivo con Lui! Nella preghiera contemplativa impari a gustare l’unità tra il Dio creatore e il Dio amante delle sue creature: un amore forte e geloso ed insieme amore che gratuitamente sceglie ed infinitamente perdona fondendo così in unità giustizia e amore; unità tra immagine di Dio e immagine dell’uomo, unità tra eros e matrimonio monogamico in cui si tende ad essere una cosa sola, unità tra l’amore per la famiglia e l’amore per la Chiesa, unità tra la consapevolezza di essere stati amati e la capacità di dare amore, unità tra la responsabilità personale dell’amare e la fraternità cristiana come soggetto di autentico e concreto amore!
Infine vorrei notare una difficoltà insita nel testo che diventa risorsa: il fatto che il libretto sia stato pensato molti anni fa quando l’autore era più giovane e l’entusiasmo prevaleva sulle complessità dell’amore che nei nostri giorni hanno toccato punti di non ritorno nella concezione dell’amore, del fidanzamento, nella scelta difficile di innamorarsi e di sposarsi, nella fragilità del legame coniugale che spesso approda in separazioni e grandi sofferenze d’amore. Attraverso queste pagine i giovani possono sentire la freschezza del giovane sacerdote e i meno giovani avvertire la nostalgia di una freschezza non appesantita dalle difficoltà e il desiderio di por mano con rinnovato impegno pastorale alla rifondazione umana e cristiana della famiglia.
Personalmente porto un desiderio nel cuore di aiutare le coppie a custodire il loro amore e ritrovare negli anni la capacità di rinnamorarsi per rendere possibile una vita d’amore che cresca con il passare degli anni e delle esperienze della vita. In questi anni la fatica di tanti giovani a innamorarsi, a sposarsi, la vicinanza di tante coppie che si stanno separando e di altre che faticosamente riprendono una storia di amore ha acuito il mio desiderio. Vorrei invitare l’autore, che ringraziamo di questo dono, e i suoi lettori a pensare come attingere dal Cantico la forza di rinnovare nel corso della vita quell’amore che è insaziabile come la morte e le cui vampe sono vampe di fuoco e le cui fiamme, fiamme del Signore!