I Lunedì di Casa Nazareth
LETTERA DI NOVEMBRE 2011
AGLI ESTREMI CONFINI DELLA SOFFERENZA
“Chi ha sofferto nel suo corpo ha rotto definitivamente con il peccato”
(Prima Lettera di Pietro 4,1)
Casa Nazareth, Casa della Carità
Cari amici, vogliamo inaugurare, con questo numero, l’invio di un foglio di collegamento mensile di Casa Nazareth, attraverso il quale desideriamo condividere e dar conto della speranza che è in noi, nella quotidiana declinazione della Buona Notizia del Vangelo, portata avanti nella nostra attività di volontariato. Tutto ciò senza presunzione alcuna, ma, al contrario, nella consapevolezza massima della nostra inadeguatezza e della costante fatica a rendere fecondi nella nostra vita termini come gratuità, solidarietà e carità.
Casa Nazareth, per oltre sedici anni, ha rappresentato una importante realtà di accoglienza della nostra città e della nostra Diocesi, in cui sono stati ospitati, per periodi più o meno lunghi di tempo, oltre 100 amici in difficoltà, attraverso l’opera generosa di due famiglie che a turno vi si sono trasferite per esercitare l’accoglienza, coadiuvate, dall’esterno, da un gruppo di volontari dell’Associazione Banca del Gratuito.
Ora Casa Nazareth si accinge a vivere una rinnovata stagione della sua storia attraverso la fraterna collaborazione con l’Associazione Papa Giovanni XXIII, fondata da Don Oreste.
Nel contempo Casa Nazareth intende proporsi, come punto di riferimento spirituale delle Associazioni e dei Gruppi della nostra Città e della nostra Diocesi: tipo di scuola permanente di carità, centro propulsore di rielaborazione e sintesi spirituale delle belle iniziative di volontariato e carità si stanno vivendo “bisognose di confronto e dialogo spirituale per rifocalizzare continuamente, alla luce di Gesù, la propria missione e soprattutto aiutare i volontari a divenire, se credenti, discepoli maturi di Gesù sulla strada del servizio e se non credenti, uomini e donne pensanti che di fatto, nell’amore gratuito, si trovano vicinissimi agli amici cristiani” (D. Vincenzo S.).
E’ una proposta, giocata tutta sul piano spirituale, che non vuole, nella maniera più assoluta, sovrapporsi ad altri organismi diocesani, quali la CAL, con cui, al contrario desidera integrarsi e interagire.
La messa del lunedì
Questa proposta vogliamo viverla soprattutto attraverso il momento della messa del lunedì alle 21 nella Cappella dei sette martiri trappisti d’Algeria, annessa a Casa Nazareth, a cui invitiamo davvero tutti ed in cui, prima, durante e dopo la celebrazione liturgica, vorremmo specchiarci sul Vangelo della carità e della gratuità, aiutati, quando possibile, dalla riflessione proposta da qualche Associazione a partire dalla propria specifica esperienza di volontariato.
Agli estremi confini della sofferenza
Nei trascorsi lunedì di ottobre, dopo aver conosciuto più da vicino le famiglie che sono in procinto di entrare in Casa Nazareth ed esserci ricordati che ottobre è il mese missionario, attraverso la testimonianza di Don Giancarlo, Don Luciano e Don Romain che ci hanno ricordato la bellezza e la fatica della carità in terra di missione, abbiamo percorso un viaggio agli estremi confini della sofferenza. Quella sofferenza estrema che non comprendiamo, che ci sgomenta, che ci lascia nudi e senza riferimenti, quella che tocca ferocemente chi più di ogni altra persona è piccolo, debole e innocente agli occhi del Signore: i bambini.
Gli amici di Riminiautismo, Sivia (del Centro di Ascolto Caritas di Pesaro e volontaria dell’associazione di clownterapia “VIP Claun Ciofeca”), Erika, Elisabetta e Patrizia (della Comunità Parrocchiale Santa Famiglia di Fano) e soprattutto Elmo, Presidente dell’associazione Child di Fano e referente della Fondazione Maruzza di Roma, ci hanno parlato della loro attività accanto ai bambini che soffrono.
Ci ha colpito, in particolare, la vicenda personale di Elmo e la sua attività di volontariato con la Fondazione Maruzza di Roma che, attraverso il “Progetto Bambino”, persegue lo scopo della diffusione delle cure palliative pediatriche per i bambini e gli adolescenti affetti da malattie inguaribili, costretti ad affrontare una realtà a dir poco drammatica. Il progetto prevede l’implementazione di tale iniziativa anche nelle Marche con il supporto delle associazioni di volontariato attive localmente, al fine di sostenere ed alleviare le sofferenze dei bambini malati gravi e delle loro famiglie. Pallium significa mantello! E palliativo richiama l’idea di avvolgere, riscaldare, contenere, donare, con riferimento ai bisogni di ogni persona fragile. Ogni paziente inguaribile è curabile, ci ha comunicato con straordinaria passione e trasporto Elmo.
Siamo usciti umanamente sconvolti e spiritualmente spiazzati da esperienze e vicende come quelle che ci sono state raccontate dai nostri amici, ma da questi racconti abbiamo paradossalmente ricavato robusti germogli di speranza presenti nel dolore più atroce e impronunciabile che niente e nessuno può cancellare, ma che, nella fede, viene trasfigurato in forza, salvezza e vita. Non riusciremmo a comprendere come ciò possa verificarsi se non ci soccorresse la paradossale parola di San Paolo “Mi compiaccio delle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole è allora che sono forte” (2 Corinti 12,10).
Lo dico con i polsi che tremano e la voce che si incrina, ma chi crede in Cristo (e spera ed ama), rispetta ogni forma di dolore, ma, per quanto possa sembrare incredibile e paradossale, non può condividere la disperazione di chi non avverte il sentimento di speranza di fronte alla sofferenza dell’uomo, espressa da tanti non credenti e che trova sintesi nel pessimismo cosmico di Leopardi o nel pensiero di Cesare Pavese: “Tanti sono morti disperati. E questi hanno sofferto più di Cristo. Ma la grande, la tremenda verità è questa: soffrire non serve a niente”. No. Noi non possiamo essere d’accordo! No. Noi non siamo d’accordo! Noi confessiamo la speranza di una sofferenza che è stata vinta e che sarà trasfigurata in gioia indicibile e inimmaginabile. E la nostra speranza è certezza e non delude (Rm 5,5 ) e non dobbiamo affliggerci come gli altri che non hanno speranza (1 Ts 4,13). E’ questa la nostra fede. E’ dura ma è così.
All’interno delle liturgie eucaristiche dei lunedì del mese di novembre, tra gli altri, saremo aiutati nel nostro percorso spirituale su volontariato e dintorni dalle Associazioni: Ponte di Enrico e Comunità Terapeutica di S. Cesareo (lunedì 7 novembre 2011); Mondo a Quadretti che si occupa di volontariato in carcere, con la presenza di D. Guido S. (lunedì 14 novembre 2011) e dalla Associazione Oikos di jesi che si occupa di tossicodipendenze con la presenza di D. Giuliano F. ( lunedì 21 novembre 2011).
Se volete, vi aspettiamo, ogni lunedì, dalle 21 alle 22,15, fraternamente.
Per “I LUNEDI’ DI CASA NAZARETH”
Giorgio M.