4. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio
Beata la giovane famiglia che sa tessere al suo interno gesti di pace
Stabilire la pace è insito nella natura di figlio. Fare la pace significa scoprirci radicalmente figli di Dio e fratelli e sorelle tra noi. Fratello mio sposo, sorella mia sposa, dicono gli sposi nel Cantico dei Cantici. Nel matrimonio si è l’uno per l’altra e l’uno con l’altra. Si è sposi, ma si è anche amici e fratello e sorella. Per costruire la pace nella relazione coniugale occorre essere in pace con se stessi nel profondo del proprio cuore ma occorre anche tessere legami di pace nella vita di coppia che nei primi anni sperimenta anche momenti di solitudine e di difficile adattamento. Trarre l’altro a sé con legami di bontà, prevenirsi a vicenda nei desideri non detti, intuire il bisogno del cuore, costruisce la pace. Non il ricatto, il dire prima o poi capirà, il farsi guerra senza dirsi la ragione più vera del disagio, non guerre di posizione lasciando passare mesi senza ritessere legami di pace. Due sono i grandi attentati alla pace di una giovane coppia: non accorgersi in tempo di una situazione che turba la vita di relazione rendendo impossibile la prevenzione e il sanare i conflitti e, una volta intuito il problema, non affrontarlo in fretta mettendo in campo tutte le terapie possibili. Un problema incancrenito, taciuto a lungo, non affrontato con umiltà e coraggio, rende molto difficile l fare pace. Una coppia che costruisce pace, svela al mondo il volto di Dio, diffonde gioia attorno a sé e speranza alle famiglie amiche. Tanti i gesti della pace all’interno di una giovane famiglia : regalarsi cinque minuti ogni giorno per un dialogo non funzionale ma unicamente speso per la comunicazione dei sentimenti reciproci, far si che il sole non tramonti mai sull’ ira e che ogni sera ci si possa dare con verità l’abbraccio della pace e, per i credenti, la preghiera comune nella coppia è capace di ridare benessere, tranquillità, sicurezza reciproca, senso di protezione e di pace da parte di Dio.
Beate le giovani famiglie che diventano tra loro costruttrici di pace
Altro essere pacifici, altro essere costruttori di pace. E’ la beatitudine di chi lavora per la pace riconciliando i nemici. A partire dalle relazioni comunitarie quotidiane. Sono uomini e donne, famiglie che amano tanto la pace da non aver paura di compromettere la propria tranquillità personale ed entrare nei conflitti per sanarli. Ma non c’è pace dove le coscienze sono addormentate, dove un silenzio complice copre anche le ingiustizie più grandi, dove manca il coraggio della verità ed una cordiale correzione fraterna. Una giovane coppia costruttrice di pace tra famiglie amiche collabora al progetto di Dio sull’umanità e aiuta a distruggere l’immagine dell’altro come nemico e a ritrovarla come fratello. Il grande segreto per chi vuole costruire davvero la pace tra famiglie è eliminare il pettegolezzo e il facile giudizio. E’ proprio vero che la lingua ne uccide più della spada. Impegnarsi in ogni occasione a riferire sempre e solo il bene, ad usare parole positive lasciando cadere nel vuoto il male, il pettegolezzo anche innocente, un particolare che può seminare discordia. Senza questo riserbo, non solo tra famiglie non si diventa costruttori di pace, ma la vita fraterna diventa impossibile e genera un senso di cattiveria e malvagità che accresce il male che si vorrebbe sanare.
Con questo spirito ogni incontro tra giovani famiglie che apre all’amicizia, alla conoscenza, allo scambio, al sostegno reciproco, alla solidarietà anche verso i bambini , tutte le esperienze di gruppi di spiritualità e di associazioni famigliari, di movimenti per la vita, di case famiglia, di cenobi familiari, di comunità territoriali, di condomini solidali, aiutano ad essere costruttori di pace tra famiglie e verso i bambini e tanti che fanno fatica a vivere.
E nell’ultimo giudizio essere chiamati figli di Dio è il massimo, ma già fin d’ora quanti si adoperano per la pace assomigliano a Dio, lo imitano, fanno ciò che a lui piace e questo da un senso di vera gioia come vediamo profeticamente in tanti volti di uomini e donne che gettano ponti di pace nelle missioni, nelle aree di guerra, spendendo interamente la vita e spesso morendo come martiri per essere stati fino in fondo costruttori di pace.