8. Beati i puri di cuore perché vedranno Dio
Beati i giovani sposi che si dicono con le labbra ciò che hanno nel cuore .
L’ultima beatitudine delle giovani famiglie le sospinge dentro, nella coscienza, nel cuore, là dove si prendono le decisioni che contano per la vita, dove solo Dio riesce fino in fondo a guardare perché a volte noi siamo mistero a noi stessi. <<Cuore>> indica il gioco d’insieme delle forze percettive della creatura umana, il giusto intreccio tra corpo e anima, così da vivere la corporeità come ricchezza per lo spirito. Specie nel fidanzamento e nei primi anni di nozze la trasparenza del cuore aiuta a camminare insieme. Quanti dubbi, anche non detti, che l’altro sia fino in fondo sincero, che non nasconda qualcosa, che le parole dette in un momento d’ira non siano quello che davvero pensa nel fondo del suo cuore! Quante verifiche dirette e più nascoste per accertare che c’è sintonia tra dentro e fuori, tra anima e corpo! Quanta sofferenza per un abbraccio che lascia i cuori distanti e tutto sembra dovere coniugale! Il dialogo del cuore è la beatitudine della giovane famiglia. Quel dialogo dove si diventa trasparenti all’altro, dove davvero ci si snuda fino in fondo lasciando all’amato /a di contemplare insieme l’anima e il corpo, il volto e la coscienza così da vedere come Dio ci vede e ci conosce fino in fondo . Beati gli sposi che cercano e contemplano il volto del coniuge e insieme quello dei figli! Guardarsi negli occhi non è facile tra giovani sposi quando non si è chiari l’uno verso l’altro. Spesso si fugge lo sguardo, non ci si ferma a cercare il volto dell’altro o dell’altra. Tornino i volti. Guardarsi nel volto è entrare nei sentimenti dell’altro, percepire anche in modo iniziale che lui vive in me e io in lui, che l’amore è più forte dei nostri limiti, che la misericordia offerta e donata non ha offuscato la purezza dello sguardo che penetra dentro nell’anima e scende nelle profondità del cuore dove a volte nemmeno il fuoco della passione riesce ad arrivare. E’ un fuoco che purifica e unisce ragione e volontà e sentimento. Purezza di cuore è mettere a fuoco, nel dialogo di coppia, l’intenzione primaria che ci fa parlare o agire: ci potrà essere sempre un po’ di egoismo o di ira o di gelosia o un po’ di invidia in ciò che diciamo o facciamo, ma il puro di cuore si preoccupa che siano solo elementi concomitanti e non determinanti delle sue parole o delle sue azioni e cerca in ogni modo di rendersi trasparente al partner perché possa convincersi della sincerità totale delle sue intenzioni.
La beatitudine della trasparenza aiuta gli sposi a costruire una casa di vetro dove nessuno cerca di mentire sapendo che si può leggere quel che si ha in mente perché anche i pensieri sono diventati aperti e trasparenti.
Purezza di cuore è cercare di liberarci come coppia da ogni specie di ipocrisia e da ogni preoccupazione legale o moralistica che impedisce di amare con responsabilità.
L’uomo guarda l’apparenza, Dio guarda il cuore. Una coppia con la coscienza limpida permette di vedere Dio nella sincerità dei rapporti vicendevoli dove il parlare è sì sì, no no. La purezza di cuore fa sì che una giovane famiglia sia libera da ogni forma di ipocrisia, di esteriorità, di fare per esser visti, di curare l’esterno dove tutto deve oggi deve essere perfetto e lindo senza trascurare l’interno dove solo lo sguardo di Dio vede e arriva. Una famiglia pura nel cuore è libera da ogni tabù di luoghi, di persone, di situazioni; rifiuta ogni scelta che esclude o separa dagli altri , rifiuta ogni forma di puritanesimo ed è preoccupata unicamente di fare il bene; una famiglia pura di cuore non tratta le altre famiglie in base ai soldi e alla provenienza ma ha lo stesso atteggiamento con chi conta e con chi non conta in questa società. Una giovane famiglia pura di cuore non è preoccupata di apparire ma di essere, rifiutando ogni forma di fiction e di ipocrisia sia religiosa esibendo una fede apparente, sia laica negando ogni forma di malizia. Una giovane famiglia sa che parte dal cuore tutto il male che una coppia può fare a se stessa e agli altri. La purezza di cuore chiede mani innocenti che non rubano né accettano prebende ingiuste e che non pronunzino menzogne contro il prossimo, chiede una coscienza pulita capace di intercettare le passioni che impoveriscono e feriscono l’amore e riportarle nell’alveo di relazioni vere, autentiche e non ambigue. La purezza di cuore va monitorata continuamente e non distoglie mai la coppia dalla fatica di liberare, coordinare, dirigere tutte le energie del loro cuore per diventare una famiglia pienamente umana , capace di relazioni profonde e significative, capace di un amore responsabile e fecondo, capace di una spiritualità non schizofrenica che al mattino nel lavoro rovina il concorrente a alla sera nel volontariato presta aiuto all’orfano e alla vedova. Coppie pure di cuore che sanno stare in silenzio e scendere nel profondo del loro cuore interiorizzano i messaggi e le proposte, così che divengano educative e capaci di plasmare concretamente la vita. Esse vedono la faccia di Dio,,sono intimi di Dio, suoi familiari,hanno lo stesso privilegio degli angeli di contemplare il volto di Dio nella loro costante quotidiana esperienza.
Trovo queste BEATITUDINI proposte così come le propone DON VINCENZO,
dedicandole alle giovani coppie una BELLA e GIUSTA via per prepararsi al matrimonio. Tra le BEATITUDINI io preferisco l’ultima seguendo la linea di DON VINCENZO ma la sesta nel VANGELO di MATTEO e sarebbe: BEATI I PURI DI CUORE PERCHE’ VEDRANNO DIO. Credo che questa BEATITUDINE racchiuda tutte le altre, in questa vita piena di tentazioni è difficile mantenere un cuore puro se per cuore intendiamo amore per se stessi e per gli altri. Se, e dico Se, solo provassimo a far si che ciò avvenga il compenso sarebbe GRANDE ma riuscirlo a fare in questi tempi è duro e difficile come poi in seguito mantenerlo perchè ogni giorno siamo sommersi da mille problemi e preoccupazioni.
Vorrei far presente un mio pensiero, GESU’ quando scelse al suo fianco i DODICI APOSTOLI non scelse persone perfette scelse: pescatori che non tolleravano il peso di pagare tributi e si irritavano molto a doverlo fare; scelse degli zeloti; un esattore di tributi e anche se non appartenente ai dodici, tanti e tante peccatori e peccatrici. GESU’ scelse i puri di cuore perchè tutti furono persone buone di cuore dove il peccato veniva loro perdonato in quanto penitenti.Non dobbiamo dimenticare anche che tra i dodici c’è ne fu uno il più fragile colui che non era riuscito a mantenere il suo cuore puro nel tempo. Per concludere vorrei dire che BEATI I PURI DI CUORE per significa volersi bene, amare gli altri,essere umili,essere misericordiosi e avere un GRANDE GRANDE CUORE. In medicina diciamo che il cuore è il motore del nostro corpo ma ci dobbiamo ricordare che è anche il motore della nostra anima.
GRAZIE, DON VINCENZO.