Il Vangelo della Chiesa, fraternità missionaria
(Una struttura del Vangelo secondo Matteo) Cari amici Per rilanciare e allargare le dodici tribù che introducono le catechesi comunitaria e che sono state un vero dono per la nostra comunità, abbiamo pensato di proporre il “Vangelo secondo Matteo“ che coincide quest’anno con le letture festive dell’anno A. Per una introduzione rimandiamo ai vari commentari; qui vogliamo offrire a tutti i fratelli e le sorelle soltanto una possibile strutturazione del Vangelo, uno sguardo globale sui 28 capitoli, per mettere in luce il legame che l’autore con il suo lavoro redazionale gli ha impresso ed un pensiero unitario che li attraversa Il primo vangelo è chiamato il vangelo della Chiesa perché mostra in ogni pagina una grande preoccupazione ecclesiale. Egli è l’unico ad usare per tre volte la parola Ecclesia (16,18; 18,17a.b) ma tutti i racconti sono ricchi di allusioni al vissuto di una comunità cristiana formata da discepoli che sono chiamati alla sequela del Maestro. Noi leggeremo il Vangelo proprio con gli occhi dei discepoli in questa splendida scuola di comunità che è il Vangelo secondo Matteo. Privilegeremo come linea di lettura i testi propri di Matteo (e le differenze più evidenti rispetto al racconto di Marco e di Luca e qui ci sarebbe utile avere la Sinossi dei quattro Vangeli) ed in particolare quelli che sottolineano la costruzione di una fraternità missionaria come ci siamo promessi in questo Natale per ripartire con uno spirito nuovo e con un occhio speciale per i nostri giovani. Una seconda linea potrebbe essere l’attenzione ai comandamenti come risposta del discepolo all’amore tenero e misericordioso del Signore e come urgenza a tradurre in stili di vita la Parola di Dio. Matteo infatti scrive per una comunità giudeo cristiana e tutta la struttura del suo vangelo si ispira a Mosè e alla Thorà e in modo molto vetero testamentario sottolinea con forza che la Parola di Dio è insieme ascolto e prassi . Qui possiamo utilizzare i cosiddetti Dizionari dove ogni parola è osservata attraverso tutta la Bibbia dalla Genesi alla Apocalisse! Come motivo dominantepotremmo allora prendere la conclusione del discorso della montagna 7,24-27 sulla necessità di essere uomini prudenti che mettono in pratica la Parola. “Chiunque dunque ascolta queste mie parole e le fa, sarà simile a un uomo saggio, che edificò la sua casa sulla pietra..” Potrebbe anche essere trascritto nei vari commenti come logo comune delle varie lectio. Come stile, quello della lectio divina, secondo le indicazioni dei maestri: entro in preghiera, mi raccolgo e chiedo al Signore di donarmi proprio quello che Gesù fa o dice in quel racconto, medito e contemplo la scena utilizzando memoria intelligenza volontà per chiedere ringraziare amare adorare, concludo il colloquio con Gesù da amico ad amico su ciò che ho meditato e attualizzato ed esco lentamente dalla preghiera. Ogni lectio, una volta preparata, va dunque pregata prima personalmente o in coppia per poi arricchirla sia nel piccolo gruppo che nella catechesi comunitaria, sentendoci liberi di pregarla ed attualizzarla come fosse la continuazione del colloquio avviato da soli con Gesù. Teniamo sotto gli occhi per l’attualizzazione i documenti del Concilio e del magistero ecclesiale ed in modo speciale le due encicliche di Papa Benedetto XVI : Deus Caritas Est e Spe Salvi. Buon cammino con il Vangelo secondo Matteo! Il don, i diaconi,i ministri. —————————————————————————
La nostra “struttura” del Vangelo secondo Matteo,
il Vangelo della Chiesa, “scuola di comunità”
per ogni fraternità cristiana fino alla fine del mondo
I. Dalla fraternità di Israele alla fraternità di Gesù (1,1-4,11)
cornice 1,1-17 e 4,1-11
II. L’inizio della fraternità cristiana (4,12-25)
cornice 4,12- 4,23-24
III La “magna charta” della fraternità cristiana (5-7
cerniera 7,24-27
IV. La fraternità cristiana è missionaria (8-10)
cerniera 9,35-38
V.La fraternità missionaria si interroga continuamente sul “mistero” del regno di Dio (11-13,52)
cerniera 12,46-50
VI. Verso una” regola viagra generic di vita” per la fraternità missionaria 13,53-18
cornice 13,53-58 e 17,24-27
VII. Gesù istruisce ulteriormente i discepoli sulla vita in comunità, all’ombra della croce (19-20)
cerniera 20,29-34
VIII. Gesù invita i discepoli a specchiarsi nelle situazioni di rifiuto e di scontro tra Lui e i capi del popolo ( 21-22)
cerniera 22,41-46
IX. L’ultimo appello ai pastori della Chiesa e a tutti noi sull’attesa della “Venuta del Figlio dell’Uomo”. (23-25)
cornice 23,1 –
phone spy software for iphone 26,1
X. Le reazioni dei discepoli di ieri e di oggi di fronte alla Passione e Resurrezione di Gesù Cristo, Figlio di Dio! (26-28)
cornice 26 ,6-7 – 28 ,1-2
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Dalla fraternità di Israele alla fraternità di Gesù (1,1-4,11)
Libro della genesi di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo: potrebbe essere il titolo del Vangelo secondo Matteo : l’origine di Gesù e la sua vicenda futura alla luce di eventi dell’inizio vissuti con gli occhi di Giuseppe.(1-2) e la preparazione all’annuncio del regno con la predicazione del Battista, il Battesimo nel Giordano e le tentazioni nel deserto. (3,1-4,11) Matteo pone l’arrivo di Gesù come compimento delle Scritture del primo Testamento ( 1,22;2,5.15. 17.23). Egli viene a salvare il “suo” popolo dai suoi peccati(1,21) legando l’arrivo del re salvatore in modo inseparabile dal popolo d’Israele. Dalla fraternità di Israele, alla fraternità di Gesù. Tutto Israele viene a Gesù. L’apparire di Giovanni Battista e poi di Gesù, è descritto come la continuazione della storia della salvezza (3,1-13 cfr Gen38,1;Es 2,11; ecc) e l’appuntamento decisivo di tutta la storia sacra partita da Abramo che si sta compiendo. Abbondano anche in Matteo 3,1-4,11 le citazioni dei profeti e dei salmi che hanno preparato la strada al nuovo Israele (Is 40,13;Sal 2,7 ; Gen 22,2 ; Is 42,2; Dt 8,3 ; Sal 91,11-12; Dt 6,13) Gesù è anzitutto un uomo, un giudeo fedele al Dio dei suoi Padri, che trova la sua forza nel servizio esclusivo del Dio del vecchio Testamento .
LECTIO 1 Matteo 1,1-17
Tre donne straniere ed una prostituta nell’”albero genealogico” di Gesù La genealogia di Gesù, un ebreo puro sangue che attraversa tutta la storia della salvezza nelle sue grandi tappe. Gesù si immerge nella storia del suo popolo e la attraversa interamente così com’è , con le sue glorie e le sue miserie, come fa oggi con il mondo e con la chiesa. Nella tribù potremo approfondire come anche per noi appartenerci sia decisivo: nella nostra piccola fraternità aperta come immagine e porzione della Chiesa locale attorno al Vescovo, con la Chiesa tutta e con la storia di salvezza che ci ha preceduti e con la radice santa di Davide, Israele! In una genealogia ogni volto è importante e decisivo: lo sono anche i nostri volti che il Signore ha fatto incontrare per
portare avanti un tratto della storia sacra! (Si potrebbero omettere di meditare ora i Vangeli dell’Infanzia e la predicazione del Battista da riprendere nel prossimo avvento o in preparazione allo stesso o utilizzare i testi per la festa di san Giuseppe nostro patrono. La festa del battesimo del Signore possiamo considerarla come l’inizio del cammino con un commento a Matteo 3 e l’invito a tutta la comunità ad essere presente alla liturgia. Ecco le possibili LECTIO sul vangelo dell’Infanzia: Lectio 1A Matteo 1,18-25.;2,13-23” la Chiesa oggi come Giuseppe il sognatore..” Lectio 1B Matteo2,1-12”Dove oggi adorare Gesù? Il discepolo sempre in ricerca con la ricchezza dei suoi doni” Lectio 1C Matteo 3,1-17 “il Battesimo di Giovanni e il Battesimo di Gesù”
LECTIO 2 Matteo 4,1-11
Gesù ripercorre le grandi tappe di Israele vincendo le insidie del tentatore
Dal piccolo resto d’Israele Gesù porta a compimento la storia della salvezza vincendo in se stesso le insidie del diavolo. Se proponessimo a Gesù un modo diverso dalla fraternità per vivere la sua sequela, Lui ci risponderebbe: vattene satana e ci esorterebbe a vivere come figli e fratelli con povertà umiliazione umiltà.: con questo stile nasce la fraternità cristiana in cui.tutto si riceve dal Padre e tutto si dona ai fratelli.
II. L’inizio della fraternità cristiana (4,12-25)
L’inizio della attività pubblica di Gesù coincide con l’inizio della piccola comunità dei discepoli dai quali nascerà la Chiesa, il regno di Cristo! Nella nostra struttura incentrata sui discepoli questo testo acquista un ruolo fondamentale. La scomparsa dalla scena del Battista arrestato, l’abbandono della città di Nazareth per Cafarnao, la citazione solenne e ampia di Isaia, l’invito a cambiare in profondità testa e cuore, la chiamata dei primi amici, i viaggi nella Galilea e le guarigioni che portano fino in Siria la sua fama, le folle che da subito lo seguono anche fuori Israele, confermano che siamo di fronte ad un grande inizio. Già ora Gesù è il Messia che insegna e guarisce! ( cfr Mt 5-7 e 8-9) Ora inizia la grande novità: nella fraternità cristiana si entra non per l’appartenenza ad un popolo, ma convertendosi a Gesù e decidendo di andare dietro di Lui!. La Chiesa che ha in Israele la sua radice santa( cfr Rom 8-9;Sal 87) non è legata ad appartenenze di carne ma dalla conversione al Signore che ci chiama tra i suoi amici! La nostra fraternità nasce e cresce solo nella relazione personale con Gesù il Signore ! Già dall’inizio Matteo pensa alla fraternità cristiana: come Gesù lascia Nazareth pensa a coloro che lasceranno casa fratelli sorelle madri e figli e campi per lui e per il Vangelo(19,27-30) ; nell’inizio quasi insignificante del regno pensa già al propecia results mistero del regno raccontato in parabole (13,1-52); nel primo annuncio del Vangelo nella Galilea delle genti pensa già ai discepoli che andranno in tutto il mondo (28,16-20). LECTIO 3 Matteo 4,12-25 (cfr 8,18-22; 9,9-13)
Venite dietro di me
Gesù inizia il suo ministero costruendo una fraternità missionaria con un gruppo preciso di persone. Il cristianesimo non come dottrina ma come relazione personale con Gesù. La vocazione, come la creazione, è chiamare dal nulla: ogni vocazione consiste nell’essere stato chiamato per nome; ci chiama a coppie di fratelli perché ci chiama alla fraternità; ogni vocazione è unica e simile, gemella con l’altra ( 18-20 e 21-22). Alla vocazione si risponde subito, con una decisione profonda del cuore che non esclude tentennamenti e paura ma la storia che inizia rivelerà che tutto è partito da quella risposta. Anche la nostra chiamata è stata assolutamente gratuita e chiede una sequela esigente che cambia il nostro modo di porci negli ambienti e nelle relazioni precedenti. Dobbiamo lavorare molto su questo testo arricchendolo con i testi sinottici e cercando di andare in profondità . III La “magna charta” della fraternità cristiana (5-7
Il discorso della montagna
E’ la composizione più grandiosa di Matteo che elabora in modo personale la tradizione dei detti di Gesù alla sua comunità cristiana chiarendo il rapporto tra Vangelo e Thora( Inclusione 5,17 e 7,12).Il vangelo è annuncio di salvezza e proposta di vita, un cambiamento radicale di mentalità, uno stile nuovo di vita fatto di riconciliazione , di sincerità, di amore profondo.La fede si incarna in un discepolato, in una fraternità da cui scaturisce un modo nuovo di vivere. Gesù dice alla Chiesa viagra cialis levitra price comparison di ogni tempo: la Thora conserva tutto il suo vigore e Gesù non intende abrogarla ma reinterpretarla secondo il progetto originale del Creatore emettendo al centro l’amore sconfinato di Dio. Matteo venera la legge mosaica espressa nelle dieci parole rilette nelle beatitudini. Beatitudini da reinterpretare anche oggi per viverle senza annacquarle dentro la cultura e mentalità dei nostri giovani. Dobbiamo chiederci: come concretamente oggi un giovane può vivere da povero in sildenafil citrate 20mg spirito, mite, costruttore di pace, affrontando persecuzioni e così via. Cercare il meglio nei profeti e santi dei nostri giorni. Sarà necessario un lavoro di sintesi sul discorso della montagna cercando di avere come sguardo di fondo la regola pratica di vita per una fraternità missionaria ed evidenziando la concretezza dei vari aspetti in ordine a stili di vita ecclesiali. In questo contesto proponiamo una struttura particolare, che parte dalla fine del discorso dove spesso ( lo vedremo anche nel seguito del vangelo) Matteo dice ciò che più gli interessa e che da senso e unità a ciò che precede per poi rileggere dall’inizio il testo alla luce dei comandamenti della Thora. Ecco in sintesi la magna charta per la fraternità:
LECTIO 4 Matteo 7, 6.13-28
La casa sulla roccia e le perle ai porci Patiamo dalla fine della magna charta! Le perle ai porci: quando non mettiamo subito in pratica con l’aiuto dello Spirito la parola del Vangelo, finisce che una cosa santa diventa una perla per i porci! Suggerirei di lavorare sulla conclusione del grande discorso perché in genere Matteo nella ciliegina finale racchiude il messaggio fondamentale del testo. Qui è tipicamente ebraico il fare la parola, la prassi come momento fondante della parola stessa. Per la nostra fraternità questo è decisivo: se continuiamo ad ascoltare senza uno sforzo sincero di prassi, di coerenza, di racconto sincero di come la Parola ci sta convertendo, roviniamo tutto.. Approfondiamo i versetti che sono solo di Matteo prendendo familiarità con la Sinossi: ( 7,6; 13b-14; 7,15. 19-20; e 7,24b e 26b e Matteo 12,33.35) LECTIO 5 Matteo 7,1-5.12 Quando giudichi, distruggi la vita filiale e fraterna Nel capitolo 7 del Discorso della Montagna Gesù mette in guardia i cristiani per evitare conclusioni sbagliate dalle sue parole. Senza giudicarci tra noi ma con una correzione fraterna aperta e coraggiosa. Matteo 7,1-5 e la regola d’oro 7,12 potrebbe essere una seconda riflessione introduttiva al discorso della montagna per preparare il nostro cuore alla prassi senza giudicare o esasperare i fratelli e le sorelle di fede. Si tratta di partire stimandoci tra tutti noi come figli di Dio e fratelli e sorelle: Ogni disistima è grave per lui e per me: nega all’altro la fraternità e a me la filialità e quindi la lettura del vangelo diventa non vera, non autorevole,.come gli scribi.. ( (cfr Mt 18,23;) LECTIO 6 Matteo 5,1-12 Dove dimorano quelli delle beatitudini? Riprendiamo dall’inizio l’esame della nostra “carta costituzionale!”Le Beatitudini descrivono una gioia che è originata dalla presenza di Gesù, una gioia già presente ma non definitiva, è regalata da Cristo a quanti l’ascoltano con fede malgrado la dura realtà della loro vita, una gioia che non
viene dalla creazione come tale ma da quella nuova creazione che i discepoli vedono in Cristo. Ma non sono solo per i discepoli, ma per ogni uomo e donna che vuole pienamente sviluppare le sue potenzialità. Le Beatitudini creano un nuovo modo di vivere da uomini e donne in questo mondo. .Stili di vita fraterna a partire dalle beatitudini che sono il parallelo delle 10 parole di Dio a Mosè .Qui dovremmo lavorare ad individuare con coraggio stili di vita belli e possibili , unicamente grazie allo Spirito, ad una fraternità del terzo millennio senza esasperare chi è in cammino e senza spegnere lo Spirito. Si tratta di cogliere nella Chiesa i segni vitali che incarnano le beatitudini e che da subito possiamo far nostri, se vogliamo, nella vita della fraternità. Offrire alcune pagine di commentari che sottolineano come le beatitudini strutturano la vita della Chiesa ed alcune esperienze accuratamente scelte che siano correttamente nello stile delle beatitudini . LECTIO 7 Matteo 5, 13-20 Sale della terra, luce del mondo? Anche la nostra fraternità? “Voi siete”, la chiesa è sale della terra perché ha lo stesso sapore di Cristo, è luce del mondo perché partecipa della gloria del Cristo. Ma è luce solo in quanto è sale! Come la forza dei comandamenti è per la vita dell’uomo, anche il loro compiersi nella fraternità cristiana è per la terra intera, per il cosmo tutto. Il primo e il nuovo Mosè , sulla montagna del nuovo Sinai ( nota l’inclusione 5,17 e 7,12) hanno lo sguardo alla terra e al mondo e già si intravede l’orizzonte missionario del capo 10. La comunità di Matteo ha attenuato lo zelo, ha perso slancio, generosità e deve essere riportata al suo fervore. E noi? Come non ripensare in questa lectio al ben noto slogan: meglio contestati che irrilevanti? Lavoriamo serenamente su questo testo offrendo anche esperienze ecclesiali dove i fratelli sono sale e luce per il nostro tempo I comandamenti dell’amore del prossimo Accanto ad una lettura ecclesiale, una lettura etica del discorso della montagna perché l’etica in questo momento è un aspetto decisivo della nostra vita di Chiese. Le chiese oggi si dividono sull’etica più che sulla ecclesiologia. Qui si potrebbe trovare una bella pagina sui comandamenti che non sono leggi ma spazi positivi di vita che ora grazie allo spirito Santo è possibile metterli in pratica senza diventare un peso insopportabile anzi fonti di libertà e di pace. LECTIO 8 Matteo 5,21-26 E’ possibile una prassi non violenta nelle comunità cristiane? Il quinto comandamento. Il passo è quasi interamente del solo Matteo. La famiglia e la fraternità cristiana laboratorio di pace. Il 5 comandamento e la vita fraterna .( Esodo 20,13 e Dt 5,17) E’ tale e tanto il rispetto della vita nella fraternità cristiana che considera forme di uccisione l’ira, l’insulto, il disprezzo tra fratelli e sorelle| Solo una fraternità riconciliata può essere credibile. Come chiedere a popoli e governanti della terra di eliminare l’immagine del nemico, di ritrovare ragioni di dialogo nei conflitti, se nella Chiesa non è riconoscibile uno stile di vita nuovo e paradossale? Quale impegno per la pace in una fraternità cristiana aperta al mondo? LECTIO 9 Matteo 5,27-32 L’adulterio nel cuore. e la castità come espressione d’amore Il sesto comandamento ma anche il quarto e il nono toccando la vita affettiva e familiare .Ricercare in Matteo e in altri testi i paralleli che arricchiscono il comandamento. Temi come la custodia dei sensi ( Salmo 80,14 e Ct 4,12), indissolubilità come dono di un cuore nuovo, come educare all’amore, come mantenerlo e farlo crescere è la grande sfida attuale delle famiglie cristiane! Come non nascondere il vangelo ai giovani accompagnandoli da vicino negli affetti? E quale pastorale con i conviventi, i separati, i risposati? Una lectio da preparare avendo sotto gli occhi le pagine più importanti del magistero ecclesiale su questi temi. LECTIO 10 Matteo 5,33-48 Perfetti come il Padre celeste. Sincerità e perdono verso tutti Il brano racchiude il secondo comandamento, ma anche il settimo, l’ottavo e il decimo. Il discorso sul monte è una catena di montagne..e questo testo è la vetta più alta da cui si vede tutto..Temi attualissimi e delicatissimi da toccare immaginando stili di vita possibili da subito in fraternità e da fissare nella regola di vita spirituale. Il valore e i limiti della order cialis parola da confrontare con la lettera di Giacomo (Gc 3,1-12 e 4,1-12) , la trasparenza del linguaggio, il non sparlare e il non ferirsi con
le parole, la purezza del cuore, vedere dove attuiamo ancora di fatto la legge del taglione forse senza accorgerci, come possiamo dare a chi chiede un prestito senza volgere le spalle e quali di fatto in fraternità trattiamo come nemici. b.I comandamenti dell’amore di Dio LECTIO 11 Matteo 6,5-15. 7,7-11 La fraternità cristiana come insegna a pregare? Vieni e vedi I primi tre comandamenti del decalogo riaffiorano in queste pagine che ci rimandano al primo e al più grande dei comandamenti (Mt 22, 34-38) La preghiera fiduciosa e sempre efficace. Uno sguardo alla preghiera dei discepoli nel vangelo di Matteo. I concetti di persona, libertà, fraternità, giustizia sono entrati nella cultura occidentale dalla tradizione biblica per il fatto che l’uomo è interlocutore di Dio! Credere in Dio senza pregare è solo fede demoniaca. Conoscerlo e non sperimentarlo è la pena dell’inferno ma la fraternità cristiana insegna a pregare pregando. I versetti 6,5-6 sono propri del solo Matteo e insegnano una preghiera non ipocrita,( Gc 4,6; 1Pt5,5; Sir 35,17; Is 57,15,66,1seg) fatta nella stanza più interna del cuore senza finestre( Ap 2,17; 3,12; Rom 8,15; Gal 4,6; Pt 3,4a; Ef 3,16),con la porta chiusa a chiave, senza blaterare.Qui ci attendono scelte coraggiose che renderebbero vivo il Vangelo che stiamo attualizzando a partire dal silenzio e dallo stile della preghiera ogni domenica e dal curare la bellezza dei ritmi quotidiani della nostra preghiera. LECTIO 12 Matteo 6,1-4. 16-18 Elemosina e digiuno per amore di Dio e per dedicarsi alla preghiera E’ una lectio delicata su cui lavorare a vari livelli. Anzitutto l’elemosina come compassione e come dovere di giustizia verso i fratelli. Come viverla in una fraternità e verso tutti? Oggi si pongono aspetti nuovi e delicati. Poi lo stile dell’elemosina: tutti noi abbiamo bisogno di riconoscimento ma se lo ricerchiamo tra noi saremo perennemente insoddisfatti. Solo agli occhi di Dio ognuno di noi è prezioso, degno di stima( Ger 31,3; Is 43,4;Sal 139,14) Oggi il digiuno per amore di Dio è uno stile di vita necessario. Come? Alcuni tra noi lo stanno vivendo e possono aiutarci. LECTIO 13 Matteo 6,21- 34 Abbandonarsi fiduciosi e con occhi puri nelle braccia del Padre Con i comandamenti siamo condotti a sperimentare anche noi l’amore tenero di Dio che ha donato nel deserto del Sinai l’acqua, la manna e ha camminato con il suo popolo! Liberi dall’affanno. E’ una parola! Ma Gesù ce lo ripete 6 volte! Il brano non si trova in Marco ma lo si trova quasi identico in Luca in contesti diversi. Ancora una volta l’ultimo versetto è proprio di Matteo e da il senso al brano:”ora dunque non preoccupatevi del domani, perché il domani si preoccuperà di sé! Basta al giorno la sua pena!”(6,34) La pre-occupazione del domani è forza sottratta alla occupazione di oggi. Possiamo vivere solo il momento presente, non quello dopo. Una lectio straordinaria da arricchire con testi dei padri della Chiesa e del magistero e con la vita dei santi dei nostri giorni! IV. La fraternità cristiana è missionaria (8-10) Testo cerniera ( Mt 9,37-38 ): la messe è molta, gli operai sono pochi.. Se per un verso nello schema generale di Matteo i capitoli 8 e 9 sono la parte narrativa del discorso missionario, essi sono strettamente legati al discorso della montagna. (cfr la cornice di 4,23 e 9,35) I prodigi sono frutto dell’ascolto concreto della Parola e preparano alla missione. I versetti 9,37- 38 che concludono il racconto dei miracoli ed immettono nell’ invio dei missionar,i potrebbero essere per la nostra struttura un testo prezioso di riferimento che illumina l’essere una fraternità missionaria. Il racconto dei due ciechi (9,27-31) è tipico di Matteo mentre il resto è di triplice tradizione. La fraternità cristiana, grazie a Gesù, non è cieca ma può vedere e trasmettere luce nel mondo intero! Tra i vari aspetti di questi capitoli privilegiamo ancora quelli ecclesiali. Potremmo guardare a questi capitoli come ad un primo viaggio missionario di Gesù in cui prepara la chiesa allo stile della missione conscia che con lei c’è il Signore (8,2.6.8.22.25): una fraternità missionaria che “guarisce” facendosi carico di malattie ed infermità ( Is 53,4), in una sequela senza ritardi, perdona i peccati nel nome dello Sposo che si lascia anche oggi toccare da coloro che si avvicinano a Lui. Così facendo è capace di uscire dal mutismo (9,32-34) ed insegnare nel suo nome.. E’ fondamentale in una fraternità cristiana comunicarsi reciprocamente e con tutti quelli che vengono a contatto con la fraternità, ciò che ha cambiato la nostra vita e gli stili di vita evangelica che sono scaturiti dall’incontro con Cristo nella Chiesa. i fatti LECTIO 14 Matteo 8,1-17 Una giornata con Gesù : il miracolo di farci figli Perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta (Isaia 53,4). La chiesa nasce dall’immersione in Lui e nella sua Parola alla quale occorre credere in modo incondizionato. La fraternità è ormai resa libera dalla lebbra che uccide e credendo come il centurione senza se e senza ma nella parola di Cristo, diventa capace di servire specie gli esclusi. .La suocera di Pietro, icona di ogni fraternità cristiana e della diaconia femminile, serve perché è servita, ama perché è amata. Si lascia lavare i piedi da Gesù per
avere parte con lui! Le nostre malattie e infermità diventano un dono per stare in comunione con Gesù. In questa lectio dobbiamo mettere a fuoco tre ambiti della missione: verso i disperati, verso gli stranieri , verso “quelli di casa “per immetterli nella diaconia. LECTIO 15 http://tadalafilonline200mgdosage.com/ A Matteo 8 18-27 Da scribi dobbiamo diventare discepoli ! Dopo i miracoli, alcuni brani sulla sequela mentre Gesù e i discepoli attraversano il lago per ricordarci che ogni vocazione è un miracolo che porta salvezza. La fraternità nasce dalla sequela ( 19. 22. 23). Andate dunque e imparate che cosa significhi.. (Osea 6,6 )..Mi ami tu più di costoro?(Gv. 21) Chiediamoci sinceramente in questa lectio se davvero per la nostra fraternità Gesù è il Signore, se lo amiamo davvero con tutto il cuore con natural viagra gnc tutta l’anima con tutte le forze, come unico bene, come sommo ed unico amore. Raccontiamoci la vita se ci riusciamo, per vedere dove è prevalsa la fiducia e dove invece la paura che tutto blocca.. La barca è la fraternità cristiana, porzione ed immagine di Chiesa.La missione come stile di vita. Possiamo rileggere alcune pagine di “lettera alla parrocchia” su questo tema. LECTIO 15 B Matteo 8,28-9,13 Una fraternità che prosegue la stessa lotta di Gesù. Il nemico è ancora attivo e solo alla fine sarà precipitato nel mare. Non possiamo essere ingenui di fronte al lowest price cialis diavolo che sfigura e abbrutisce. Dobbiamo mettere la confessione al centro della nostra fraternità. Quella sacramentale e quella al fratello. Anche qui si potrebbero aprire scenari interessanti e stili di vita nuovi tra noi. Si potrebbe inserire questa lectio in una celebrazione penitenziale quaresimale o pasquale da vivere con grande intensità per sperimentare
la forza della misericordia. Qui siamo tutti rappresentati da Matteo stesso, il peccatore subito immesso nella fraternità apostolica! LECTIO 16 A (9,14-26) Una fraternità che tocca il lembo del Suo mantello La Chiesa fatta di noi peccatori chiamati ad un amore nuziale con Gesù, si riunisce anzitutto in casa di Matteo, otri nuovi pieni di gioia per il vino nuovo che lo Spirito ha messo e conserva nel cuore. Poi due donne, icone della nostra fraternità: l’una tocca e l’altra è toccata dal Signore. Toccare è andare oltre il proprio limite ed entrare in comunione col Signore. Ma solo mediante l’orlo della Sua veste che è la Parola viva ed efficace. ( Eb 4,12) .Infine ci sentiamo tutti rappresentati nella “fanciulla che dorme” e che lo Sposo prende per mano e la strappa alla morte e la unisce a se per sempre come sua Sposa. Accanto ai commentari , possiamo in questa lectio prendere in mano una bella lettera pastorale del Card Carlo Maria Martini. LECTIO 16 B Matteo 9,27-38 La messe è molta e i campi biondeggiano. Non ve ne accorgete? Vedendo le folle ne sentì compassione.(Nm 27,17;.Ez 34,5;1Re 22,17) Siamo al culmine dei racconti di miracoli. Noi siamo quei ciechi che siamo stati illuminati nel battesimo e liberati dal demonio muto possiamo finalmente raccontare ciò che abbiamo visto e udito . (1Gv 1,2-4; At 2,11) Ora possiamo essere luce del mondo (5,14)e divenire missionari della Parola che guarisce e rigenera a vita filiale e fraterna. Preghiamo per le nostre vocazioni e ministeri e pensiamo come riconoscere quei germi di vocazione che il Signore continua a seminare a piene mani tra di noi e in tutta la Chiesa.
il discorso della missione
Il legame con ciò che precede salta agli occhi: finora Gesù ha mostrato la sua “autorità” nella interpretazione della Legge, nel guarire le malattie del suo popolo, ora questa “autorità” è donata ai suoi inviati, ai suoi missionari. Chiamati li inviò. Vocazione e missione stanno sempre insieme. Gesù è il primo apostolo, la Chiesa ha in lui le sue radici attraverso i dodici apostoli che rivelano la coscienza comunitaria e gerarchica della prima Chiesa(At 1,21-26),.la comunità è punto di partenza e d’arrivo della missione quando realizza la filialità nella fraternità. Queste direttive valgono per tutti i discepoli e sono straordinariamente attuali per delineare il ritratto di una fraternità missionaria. (Assieme ai commentari cercare ciò che la chiesa ha detto di più bello e di più recente sulla missionarietà tra noi e alle genti !Potremmo farci aiutare da qualche grande missionario!) LECTIO 17 (10,1-15) I Dodici, benché diversi, chiamati ad essere una fraternità missionaria Con la Sinossi fermiamoci a meditare i versetti propri di Matteo rispetto a Marco e Luca. In particolare i versetti 5-6.8 . Matteo sembra in contraddizione sui destinatari della missione ( cfr 10,5-8; 15,21-28; 28,16-20) Piace pensare che Matteo voglia mantenere viva e giovane la comunità giudeo cristiana degli inizi ed in particolare le sue pecore perdute( Mt 9,36;15,30; 18,11-14) . Una situazione ecclesiale così simile alla nostra! La vocazione e la missione sono comunitari, i dodici rappresentano le dodici tribù e saranno mandati a coppia. Anche noi nella chiesa siamo chiamati per nome ad essere pescatori di uomini. La fraternità cristiana è punto di partenza e di arrivo di ogni missione perché realizza la filialità nella fraternità. In questa lectio possiamo approfondire la pastorale delle pecore perdute e quale debba essere il “bagaglio leggero” della nostra fraternità e come scuotere la polvere dai nostri piedi a chi non abbia accolto il Vangelo. LECTIO 18 ( 10,16-31) Missionari prudenti come serpenti, semplici come colombe In ogni fraternità non mancano prove e difficoltà specie per i giovani all’inizio di un cammino di fede. La tribù potrebbe lavorare su cosa significhi concretamente per noi non affannarci nella difesa (19), come tener duro quando non ci sente amati(21-22), cosa significhi concretamente per noi, se ci perseguitano in una città, fuggire in un’altra,e come aiutarci a non avere paura sapendo che il Signore conta anche i capelli della nostra testa! LECTIO 19 (10,32-42) Quando una fraternità missionaria è davvero degna di Lui? Ormai Gesù è il primo missionario ma non è più solo: con lui sono pienamente associati i suoi amici (11,1) Questo discorso missionario sono gli ordini di Gesù alla sua fraternità. Ordini non optionals: ciò che lui ha detto e fatto, anche noi sempre diremo e faremo. Dovremmo lavorare molto nella tribù per liberarci da una idea di missione senza rotture e senza drammi e con la paura di minare le relazioni con gli altri. L’unica paura concessa ad una fraternità missionaria è quella di non riuscire a rendere una testimonianza incarnata e credibile.
V..La fraternità missionaria si interroga continuamente sul “mistero” del regno di Dio (11-13)
La comunità impara a fare discernimento spirituale attraverso i testimoni della fede e riflettendo sugli eventi che segnano la vita della chiesa e del mondo e meditando le parabole che dischiudono il mistero del Regno di Dio. Osservando la sinossi vediamo che il capitolo 11 Matteo l’ha in comune con Luca ed il 12 riprende il testo di Marco 2,23 -3,29. Come intermezzo un testo proprio di Matteo, bellissimo, su Gesù mite ed umile di cuore (Mt 11,29-30) Matteo costruisce queste pagine per mettere in rilievo le tensioni e i contrasti che nascono attorno a Gesù. I discepoli, prima assenti, sono invitati ad imparare profezia e coraggio dal Battista e ad interrogarsi sempre di nuovo su Gesù. Riappaiono al capitolo 12 testimoni della ostilità crescente verso Gesù che si proclama signore del sabato e di sabato guarisce compiendo le profezie del servo di Javhe ( Mt 12,7_ Os 6,6; Mt 18,18 _ Is 42,1-4) Potremo ancora una volta partire dalla fine della sezione che tutta la illumina e fa da cerniera tra la parte narrativa e il discorso in parabole .( 12,46-.50; 13,1) In Marco 3,20-25 il racconto dei parenti di Gesù segna una crisi profonda tra Gesù e i suoi. In Matteo è la conclusione positiva dopo due capitoli (11 e 12 ) di crisi: i discepoli sono la nuova famiglia di Gesù. “Stesa la mano sui suoi discepoli disse: ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque faccia la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è mio fratello sorella e madre!” …imparando il discernimento dai testimoni e dagli eventi. LECTIO 20 A Matteo 12,46- 50;13,1(ripensare l’Incarnazione) Alla parentela nella carne succede la parentela nello Spirito! Nasce la famiglia del Figlio, con madri sorelle e fratelli Un testo prezioso per la nostra lettura sia perché parla della nostra fraternità come della sua stessa famiglia ma anche perché ripropone il testo che abbiamo scelto come chiave di lettura del Vangelo: la parola va fatta, va tradotta in stili di vita. Dobbiamo sentire come rivolta alla chiesa di ogni tempo ciò che Matteo dice della generazione del tempo di Gesù. Noi siamo i parenti di Cristo, la sua stirpe, (At17,28) siamo la Parola fatta vita, (13,1) partecipi della natura divina. (1Pt 1,23;2 Pt 1,4; Gv 1,12 seg) Una Chiesa che nasce dall’ascolto e che si fa prassi al di la di ogni barriera di razza, cultura, provenienza, allora come adesso. Addirittura siamo madri di Cristo se, come Maria, accogliamo e custodiamo la Parola e lasciamo che si faccia carne sotto il nostro cuore!(Lc 1,38;Ef 4,13) LECTIO 20 B Matteo 11,1-15 (ripensare l’idea che si siamo fatti di Cristo) Beata la comunità cristiana che non si scandalizza di Gesù Ripartiamo dall’inizio della sezione narrativa per un ripensamento su Gesù e senza dare affatto per scontato che siamo la sua famiglia! Spesso anche oggi l’Atteso non corrisponde alle attese. In prima battuta è facile stupirsi o smarrirsi. Poi occorre rimettere in crisi le nostre certezze. Soprattutto quando siamo sicuri di conoscerlo Egli ci sorprende..( Sal 138,2;Is 55,8; Gb 42,4-5.) In questo il Battista è il nostro grande compagno di viaggio con Gesù. Come i magi sa rimettere in crisi se stesso e continuamente riaprirsi alla novità di Dio. Ma nelle opere che elenca (4-6) Gesù pensa ai discepoli che lo capiranno se concretamente evangelizzano i poveri sapendo che ora è possibile perché il più piccolo del regno è più grande di Giovanni.. LECTIO 21 Matteo 11,16-27( saper cogliere al volo le chiamate di Dio!) Nella fraternità non siate bimbi capricciosi e fuori tempo C’è dispetto tra questi gruppi di bambini . Non è un po’ quello che accade tra i cristiani? Mancanza di discernimento e dell’urgenza dell’ora presente. I falsi profeti sono quelli che raccolgono un’idea bella quando comincia marcire e si impegnano quando sono più i vantaggi dei rischi! Arriviamo spesso fuori tempo! Gesù invita la fraternità al discernimento per quel che riguarda lo svolgersi della storia della salvezza che va oltre gli schemi precostituiti dagli uomini e dai loro ruoli. LECTIO 22 Mt.11,28-12,14 (Ripensare la domenica e la festa) Viviamo insieme la domenica e le feste nella libertà dei figli di Dio Il riposo è la fine della fatica, il raggiungimento del sabato. Siamo il popolo messianico libero e sacerdotale. Per noi la festa è libertà e giorno in cui vivere della misericordia del Padre (Lc 6,36-38; Gc 2,12-13)Quanto più di una pecora dunque vale un uomo! (12,12) Una lectio importantissima per noi per chiarire una volta per tutte il legame tra legge e regola di vita. Gesù pone come principio della legge la misericordia e la capacità di dare la vita! Riprendiamo i testi più belli sulla domenica e pensiamo come trasformare la domenica nel giorno del Signore! Una impresa affascinante. LECTIO 23 Mt 12,15-30 (ripensare ai nostri veri o presunti fallimenti spirituali) Chi non è con me è contro di me.Il fariseismo nella fraternità cristiana. Gesù si ritira e si inasprisce il rapporto con i capi. Un fallimento? O alla luce del Servo di Jhave è il compimento della salvezza attraverso colui che porta i nostri peccati nella sua sofferenza? E se fosse lui il vincitore che porta la speranza alle genti? A queste domande si può chiudere mente e cuore e dare dell’indemoniato a Gesù nascondendo a se stessi la verità. (9,34) Una lectio anche per affrontare il tema del”diavolo” che fa di tutto per inaridire la nostra esperienza cristiana. LECTIO 24 Mt 12,31-45-( ripensare alla ricadute nel peccato) La scrofa lavata è tornata ad avvoltolarsi nel brago (Pr 26,11; 2Pt2,22) “Per questo vi dico..la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata” Un occhio ai farisei ed uno aperto sulla Chiesa perché si guardi in ogni modo dalla bestemmia contro lo Spirito santo. Ancora un occhio aperto sulla fraternità quando ( solo Matteo ha il verso 34) si parla di progenie di serpenti, maestri di diffidenza e di menzogna o dell’importanza della parola che rivela il fondo della persona, la coscienza, che guida poi tutte le scelte della vita. (Gc 1,19;3,1;Ef 5,3) Il maligno infatti è in ritirata ma non è ancora morto e c’è sempre il pericolo di ricadere nelle sue mani. Una lectio su cui dovremmo lavorare molto per vedere dove stiamo tornando indietro perché la condizione finale sarebbe molto peggiore della prima di quando eravamo cristiani tiepidi e non praticanti e non vivevamo in modo pieno e consapevole la fraternità cristiana. accogliendo ed attualizzando il discorso in parabole, specie quelle rivolte ai discepoli, in casa. Siamo in un punto speciale del racconto di Matteo che si caratterizza per tante parabole concentrate nel capo 13, il terzo “discorso”. Matteo distingue i destinatari tra le folle e i farisei e poi in casa come istruzione ai discepoli come fa anche Marco.(13,2;13,10;3,18;13,34;13,36;13,51)Gesù nelle parabole parla di se ma si rivolge indirettamente ai suoi amici pur sempre incerti nella loro fede e ansiosi di un altro genere di ministero, meno umile, più appariscente e forse politico .Gesù desidera confermare la fede dei discepoli che vacilla per la lentezza dei risultati, quasi a dirci: non cercate falsi messianismi o attività rumorose e sbrigative che attirano folle o accarezzano speranze umane. Vuole anche confortarci, come dice San Giovanni Crisostomo, in vista della nostra missione. In coerenza con
le scelte fatte ci soffermiamo con molta attenzione sulle spiegazioni delle parabole in cui si sente la predicazione della prima chiesa che esorta le comunità ad una conversione profonda che implichi gli insegnamenti morali e le virtù cristiane, una interpretazione esistenziale per il proprio tempo , per il nostro tempo.
VI. Verso una” regola di vita” per la
fraternità missionaria 13,53-18
Dopo il discorso in parabole siamo ad una svolta decisiva della attività di Gesù. Egli ora si dedica interamente alla formazione dei discepoli che rivelano una sincera disponibilità all’ascolto. Dopo che i discepoli hanno assistito al progressivo rifiuto della predicazione di Gesù, ora l’interesse si concentra sugli stessi discepoli perché ancora non hanno capito granché del comportamento fraterno del regno inaugurato da Gesù. Non era semplice seguire un Maestro che le folle e i capi guardavano con sospetto, rinunciando ad una religione come grandeur, perdonando le offese, prendendosi cura dei deboli. Essi ora sono protagonisti e spesso destinatari dell’insegnamento di Gesù con una attenzione speciale a Pietro che decide la svolta del vangelo quando Gesù inizia a parlare chiaramente della sua passione. Pietro è portavoce del gruppo, modello per i discepoli e capo della comunità. Gesù ora avvia una sorta di “scuola di comunità”. In modo un po’ forzato proviamo a tenere insieme l’inizio e la fine della lunga sezione che precede il discorso ecclesiale del capo 18. Da Nazareth a Cafarnao. Leggiamo i due testi con gli occhi della comunità di Matteo che vive alcuni decenni dopo la resurrezione di Gesù. Alcuni , come quelli di Nazareth, sono scandalizzati dalla sua umanità , altri, come quelli di Cafarnao, vorrebbero osservare rigorosamente le tradizioni giudaiche spaccando la comunità come sappiamo bene da Paolo. I discepoli sono protagonisti in questi brani nel loro cammino di formazione in vista del futuro ruolo ecclesiale. Osserviamo bene i testi che li riguardano: (14,15-19: 14,2-33; 15,2.12 1523. 32. 33.36.;16,5 7. 12. 13. 16.20.21.22.24. ; 17,1.6. 9. 10. 13.b19. 24-27).Gesù confida a loro, dopo la professione di Pietro, il suo destino di passione e morte e gli chiede di assumere lo stile della croce (16,24-28) Mettiamoci nelle lectio dalla parte dei discepoli a scuola di comunità per prepararci ad accogliere nel capo 18, la regola di vita della comunità di Gesù Scuola di comunità (13,53-17,27) LECTIO 30 Matto 13,53-58 ; 17,24-27 Una Comunità fatta di uomini liberi che non canadian pharmacy us customers si scandalizzano di un Dio -uomo La sezione si apre e si chiude con due atteggiamenti opposti su Gesù. A Nazareth ,dove era cresciuto , viene rifiutato perché lo conoscevano bene essendo uno di loro; a Cafarnao dove si era trasferito dopo il Battesimo, forse nella casa di Pietro, sono scandalizzati perché non paga la tassa del tempio e quindi trasgredisce le tradizioni e le leggi. Matteo raccontando pensa alla Chiesa tentata di staccarsi dalla umanità crocefissa di Gesù e di preferire il sincretismo o di osservare rigidamente le tradizioni rischiando di dimenticare la verità del Vangelo e la libertà del cristiano. Una lectio sicuramente impegnativa che ci aiuta a divenire discepoli adulti. La radice stessa della fede è insidiata oggi come nel passato: gnosticismo, misticismo, sincretismo da un verso; rigorismo, tradizionalismo dall’altro. Gesù ci direbbe:” Beato chi non trova in me motivo di scandalo”( 13,57-17,27) LECTIO 31 Matteo 14,1-12. 17,10-13d Il pranzo con Erode: la comunità cristiana sappia leggere dai martiri e dai profeti La scuola di comunità inizia con un doppio rifiuto: prima da quelli di Nazareth ed ora da parte di Erode. Ecco la sorte del profeta in patria: Giovanni e Gesù hanno gli stessi nemici e lo stesso destino. Conosciamo il menu del pranzo di Erode : adulterio, prepotenza, violenza, capacità di seduzione, falso senso dell’onore, vigliaccheria,odio e come dessert un macabro rito tornato attuale ai nostri giorni in alcuni delitti tra giovani. I discepoli di Giovanni seppellito il maestro vengono a riferirlo a Gesù. Capirono allora forse che tutto era nel piano di Dio perché Giovanni è quell’Elia che doveva venire La comunità cristiana legge i segni e, attraverso la morte del più grande tra i nati da donna, comprende che nella fraternità cristiana dobbiamo essere pronti a dare la vita per amore di Gesù , come anche oggi accade a tanti fratelli e sorelle in diverse parti della terra. Uno sguardo ai santi e ai martiri di tutte le chiese. LECTIO 32 Matteo 14,13-21;15,32-39; 16,5-12 Il pranzo con Gesù: la fraternità cristiana è plasmata dalla Eucaristia Il banchetto di Cafarnao è l’immagine più viva della chiesa: i discepoli sono in intimità con Gesù, il miracolo rimanda alla cena, le parole e i gesti di Gesù sono quelli della cena, anche l’erba verde rimanda alla primavera pasquale. Il servizio dei discepoli rimanda al ministero sacro nella chiesa. I cinquemila uomini più le donne e i bambini sono la prima comunità di Gerusalemme che mette in comune i beni e prega con gioia e tutto in piena libertà (At 4,4; At 2,42; At 4,32-34.) Due i racconti dei pani divisi: ipetere è la condizione per ricordare e ci rimanda alla quotidianità con cui ci lasciamo plasmare dall’Eucaristia. Il secondo miracolo ci parla delle folle che formano le comunità cristiane. Il numero sette ci ricorda i sette diaconi della Chiesa di Gerusalemme che presiedevano alle mense ( At 6,3) Ma nonostante ripetiamo l’Eucaristia fatichiamo a comprendere l’amore del Signore . Anche a noi Gesù dice:”non avete ancora capito né ricordate i pani..”(16,5-12) Questa lectio potremmo illuminarla con i testi del Papa sulla Eucaristia e sulle scelte già fatte in fraternità per lasciarci plasmare dal Signore. LECTIO 33 Matteo 14, 22-36 Una comunità che prega con coraggio può “ camminare sull’acqua!” Anche qui i discepoli sono assolutamente soli e in preda al terrore e Gesù li soccorre in extremis con un gesto di sovrana autorità. E’ la nostra situazione attuale:tra la paura o il terrore(26) e la fede(28-29) sempre minacciata dalle acque del dubbio(30-32). Il dubbio,è il passaggio necessario per una fede consapevole e adulta lasciando che il credente e il non credente che è in noi si interroghino e ricerchino la verità di Gesù. Pietro rappresenta qui ciascuno di noi e tutta la Chiesa: se guardiamo a Gesù avanziamo, se guardiamo le difficoltà affondiamo. Chiediamoci con sincerità se siamo una fraternità che unicamente per la potenza di Cristo, crede di poter camminare sull’acqua..Proviamo in umiltà a raccontarci quali scelte evangeliche sarebbero per noi oggi camminare sull’acqua. LECTIO 34 Matteo 15,1-20 Lo stile del Fariseo può annidarsi anche nella fraternità missionaria (v15) Il pranzo con il Fariseo diventa l’occasione per una straordinaria scuola di comunità; Gesù è l’unico interprete autorizzato delle legge e mette in luce l’opposizione tra tradizioni e comandamento tra ciò che Dio ha detto e quello che voi dite…Anche se indirettamente la lezione è rivolta ai discepoli di Gesù (15-20) e non solo ad una chiesa giudeo cristiana che non ha ancora rotto con il giudaismo. Una lezione alla comunità sul cuore come coscienza e centro da cui parte tutto. Lavoriamo con le concordanze ed un vocabolario su questo termine della Bibbia. L’altro grande tema è quello della tradizione: uomo è cultura e tradizione; il problema è di capirla e di usarla perché c’è un tradizionalismo che butta via l’anima e ingessa la persona.. LECTIO 35 Matteo 15,21-31 Una comunità che non esclude nessuno ed è attenta alle” pecore perdute” Le kamagra 100mg oral jelly nasil kullanilir parole e i gesti di Gesù sono raccontati per guidare le comunità cristiane nelle loro opzioni storiche circa i pagani che si affacciano con fede e tanta umiltà . Il racconto ha una preoccupazione pastorale ed ecclesiale prima che missionaria. Come non si possono nutrire i cani a spese dei figli, così accogliendo i “pagani” non possiamo trascurare il popolo d’Israele . Questa donna è immagine della nostra chiesa che viene dal paganesimo e ci esorta a non sottrarre Gesù a chi da fuori lo cerca, senza trascurare le pecore perdute del gregge. LECTIO 36 Matteo16,1-12 O voi di poca fede perché ragionate tra voi dicendo di non aver pani? Uomini di poca fede è l’appellativo con cui Gesù ci chiama più spesso ( 6,30; 8,26;14,31;17,20) Una fede insufficiente e malsicura incapace di fecondare e di generare. Ci lamentiamo di non aver pane perché non mangiamo e non viviamo del suo pane. Cerchiamo di dar gloria a Dio o a noi stessi, di possedere o di condividere, di togliere o di dare ai fratelli? Quale lievito abbiamo? In questa lectio aiutiamoci in fraternità a tener vivo il ricordo dei tanti doni del Signore ed in particolare non dimentichiamo che per noi l’Eucaristia è” tutto” ( cfr piccola regola di don Dossetti) LECTIO 37 La svolta: Matteo 16,13-28 Anche a noi il Signor ancora una volta dice “Voi chi dite che io sia?” Essere riconosciuto è il desiderio fondamentale dell’amore. La risposta personale a questa domanda ci genera come discepoli di Gesù. Questo brano è un contrappunto con quello precedente: al dialogo di incomprensione succede il riconoscimento se si è liberi dal lievito dei farisei e sadducei . Allora si può riconoscere Gesù nella Chiesa di cui Pietro è servo e primo garante della sua unità. Una Lectio per ritrovare la nostra profonda unità con il papa quale che sia il suo nome perché è la pietra che ha la funzione di interpretare autenticamente su ciò che è conforme o difforme dalla fede online pharmacy apostolica. Ma il rifiuto della croce e il non mettersi dietro a Gesù che la porta, trasformerebbe noi e Pietro in satana. LECTIO Matteo 17,1.13 Il dono della trasfigurazione nella preghiera Se nella professione di fede di Pietro i discepoli vivono il momento più alto e drammatico della loro sponsalità con Gesù, nella trasfigurazione sperimentano il momento più mistico e contemplativo che li riempie di immensa gioia. Dopo sei giorni Gesù prende con se i suoi amici:è il settimo giorno,il compimento della creazione che ora geme e soffre nel travaglio del parto.(Rom 8,22.21) Ogni comunità cristiana dovrebbe idealmente essere dedicata alla trasfigurazione perché rende attuale questo dono nella sua vita di fraternità. La trasfigurazione comincia quando, invece di pensare e ascoltare noi stessi, ascoltiamo Lui e pensiamo a Lui. Nella preghiera riscopriamo che è bello stare sul monte con Lui e ritroviamo come d’incanto per grazia la gioia di amare la chiesa e vivere in fraternità. I vv 6-7 sono propri di Matteo: quante volte anche noi abbiamo sentito quelle parole di Gesù: risvegliatevi e non temete| La
fedeltà e la profondità della preghiera in fraternità attira il dono della trasfigurazione. LECTIO 39 Matteo 17,14-23 Solo nella preghiera si può guarire e niente ci sarà impossibile Non a caso la prima parte della scuola di comunità si chiude con la trasfigurazione e l’invito alla chiesa a vivere di preghiera senza la quale i discepoli non possono guarire (16.19.21) Nel tempo della Chiesa solo chi ha fede può vincere il male se si ascolta e si mette in pratica la parola (7,21-24). Le “guarigioni di Gesù”continuano nei suoi fratelli e sorelle (21,18-20). Sarà con noi tutti i giorni (28,20) ma la nostra poca fede lo fa soffrire e ci fa sentire falliti. Perché spesso, al contrario di Gesù, coccoliamo il male e maltrattiamo il malato! Come una oligospermia impedisce la fecondità, l’oligopistia impedisce di generare una fede viva ed una fraternità consapevole che per la potenza della preghiera tutto è possibile.( 6,30; 8,26; 14,31; 16,8; 17,20) Ripensiamo in profondità i tempi e lo stile della nostra vita di preghiera senza disprezzare ogni aiuto che possiamo mettere in atto nella fraternità! Una regola di vita per la fraternità cristiana modello di ogni piccola regola La scuola di comunità nel cammino di maturazione della fede è stata tutta incentrata sulla umiltà verso Dio e i fratelli, discepoli di un Messia venuto per servire e soffrire per amore. ( cfr i tre annunci della passione 16,21-28;17,12b.22-23) Ora viene completata con il discorso ecclesiale di Gesù che fissa lo stile di una comunità credente. Gesù risponde prima ai discepoli e poi a Pietro loro portavoce (18,1-21) Per quanto riguarda i racconti, sono propri di Matteo tre brani quello sulla correzione fraterna, sulla preghiera in comune e sul perdono quasi a sottolineare i tre pilastri della vita di chiesa.(15-20; 23-35) La parabola della pecorella smarrita, incastonata nel discorso, termina con un invito a “ non perdere questi piccoli “che fanno da filigrana a tutto il brano. (3.4.5.6.10.14.) La comunità
cristiana non è formata da persone eccezionali o esemplari ma di piccoli, perduti(12-14), da peccatori(15-18) perdonati che a loro volta perdonano(21-35) Nella fraternità è impegnato il cielo e la terra: il Padre con i suoi angeli e il Figlio con il Suo Spirito; uomini e donne con le loro piccolezze, scandali, smarrimenti, peccati. Qui, nella nostra strutturazione ecclesiale del Vangelo, siamo al cuore del messaggio, punto d’arrivo di tutto l’insegnamento di Gesù e di partenza per l’ultima tappa decisiva verso Gerusalemme (19,1)
VII. Gesù istruisce ulteriormente i discepoli sulla vita in
comunità, all’ombra della croce (19-20) Gesù inizia un suo viaggio verso Gerusalemme ed istruisce ulteriormente i suoi amici. I discepoli (termine ampio che abbraccia tutti noi) sono silenziosi e presenti alla catechesi sul matrimonio e solo alla fine intervengono preoccupati e subito dopo vorrebbero scacciare i bambini da Gesù ( v 10.13). Così assistono all’incontro con il giovane ricco e a loro Gesù si rivolge alla fine per esortarli alla povertà lasciandoli ulteriormente stupiti (v13. 25) Ad essi tramite Pietro viene assicurato il centuplo senza precisare come fa Marco” adesso”, ma rinviando alla vita eterna. Dopo la parabola degli operai della vigna il terzo annuncio della passione è per i dodici che poi litigano per chi è il più grande. Il racconto dei due ciechi sembra posto volutamente dopo questo episodio per sottolineare, come spesso fa Marco, che siamo tutti ciechi nonostante la chiamata del Signore. LECTIO 43 Matteo 19,1-15 Gli stati di vita nella chiesa: matrimonio e celibato doni per la fraternità cristiana Nella riflessione sul matrimonio Matteo ha un inciso famoso(9) che ricorda quanto è facile rompere il vincolo coniugale e come dobbiamo essere vicini a chi ha il cuore ferito, sia alla coppia sia ai figli che sono spesso quelli che più soffrono le rotture genitoriali (13-15) Le parole sul celibato per il regno sono solo di Matteo e meritano una speciale attenzione. Dal punto di vista pastorale è necessario oggi più che mai educare all’amore coniugale e cercare le condizioni concrete che lo favoriscono, assieme al celibato per il regno che è un’altra via per realizzare l’unico amore che è Dio. Qui possiamo approfondire l’eterna misericordia di Dio per chi è fragile e peccatore e le tante situazioni di vita affettiva in cui l’uomo moderno si trova a vivere LECTIO 44 Matteo 19 16-30 Libertà dalle ricchezze e povertà di spirito caratterizzano il discepolo Qui come spesso in Matteo l’insegnamento si rivolge sopratutto agli stessi discepoli, a noi, alla nostra fraternità, ad una “povertà ecclesiale” E’ tipica di Matteo la formulazione del v 17: “Se vuoi entrare nella vita osserva i comandamenti “.Anche per noi custodire i comandamenti è decisivo per metterli in pratica. Solo dopo è possibile lasciare tutto per Gesù. Uomo perfetto e maturo e completo è colui che vive tutto come dono ricevuto e donato. La Chiesa traduce il brano del giovane ricco vivendo concretamente la fraternità ( At 2,42-48; 4,32-35; Lc 3,11; 5,11-28; 6,30; 7,5; 11,41; 12,33 segg; 16,9; 18,22; 19,8) Ma la povertà ecclesiale è gesto di libertà al quale nessuno è costretto (At 5,4!) LECTIO 45Matteo 20,1-16 La http://pharmacyonline-rxgeneric.com/ gratuità della chiamata accomuna gli operai della prima e dell’ultima ora L’inclusione evidente tra 19,30 e 20 ,16 sottolinea ancora la gratuità di ogni vocazione cristiana. Noi siamo porzione piccola e speriamo autentica della vigna del Signore che esce di continuo, a tutte http://canadian-pharmacyrx4ed.com/ le ore , per chiamarci e richiamarci. E gli ultimi arrivati sono il Suo dono più fresco a tutta la fraternità se sarà capace di riconoscere in tanti fratelli e sorelle che incontra ( attraverso la catechesi dei viagra side effects list bambini ad esempio!) le grazie del Signore. LECTIO 46 Matteo 20,17-19 (20-28) 29 –34 Restiamo ciechi nonostante siamo con il Signore che si consegna per amore: E’ l’ultimo miracolo di Gesù e sia in Marco che in Matteo si sottolinea che siamo ancora come ciechi davanti a Lui che sta per morire e risorgere salendo da Gerico verso Gerusalemme. In Marco e Luca si parla di un cieco, da Marco conosciamo il suo nome Bartimeo! In Matteo ancora una coppia di ciechi come all’inizio della fraternità
due coppie di fratelli. Due sono una piccola fraternità. Il primo cieco è Bartimeo, l’altro è il lettore, se prende coscienza di essere cieco specie di fronte al mistero della croce (Ap 3,17) Ecco che la Chiesa salendo a Gerusalemme si scopre mendicante d’amore in mezzo ad una folla vociante e dobbiamo gridare più forte al Signore compassionevole il miracolo di tenere aperti i nostri occhi. VIII. Gesù invita i discepoli a specchiarsi nelle situazioni di rifiuto e di scontro tra Lui e i capi del popolo ( 21-22) Siamo alla conclusione del ministero di Gesù in Gerusalemme. Seguiamo ancora il racconto con gli occhi dei discepoli. Forse con gli occhi bassi per la lite con i figli di Zebedeo che con la complicità di una madre zelante volevano i primi posti (20,20-28) e sicuramente più consapevoli di essere come ciechi sulla strada (20,29-34) ora ubbidiscono prontamente al Signore che li coinvolge nel suo ingresso nella città santa (21,1-3.6-8) come un gesto che compie le profezie che solo Matteo cita e le pone all’interno dell’azione dei discepoli.(21,4-5).Quel che segue è sotto i loro occhi perché poi si meravigliano del fico seccato all’istante (21,20-22) e commentano la conclusione del capitolo 22 e sono con Gesù all’inizio del 23. I discepoli entrano nel mistero del rifiuto di Cristo da parte dei capi dei giudei e l’ondeggiare della folla tra l’osanna e il crucifige e leggono in chiave ecclesiale le parabole del rifiuto. Il perché di quel rifiuto lucido, di chi ti vuole incastrare ad ogni costo, sarà riemerso molte volte nelle loro riflessioni anche dopo la morte e la resurrezione di Gesù ( cfr le introduzioni narrative:22,15;22,34;22,46) Le narrazioni evangeliche, già quando Matteo scrive, non sono tanto finestre sul passato, ma piuttosto uno specchio che fa vedere ciò che accade ora in chi legge. Particolarmente efficaci sono le parabole che, parlando d’altro, ti spiazzano e solo alla fine ti accorgi che sta parlando di te chiesa, come successe a Davide con Natan dopo l’amore per Betsabea. Sappiamo bene che Matteo scrive il Vangelo per educare la comunità ecclesiale e si preoccupa tra le righe di mettere in rilievo l’attualità di quelle polemiche. Anche i discepoli corrono il rischio di ripercorre la strada dell’infedeltà che ha marcato il giudaismo. In questo contesto assumono un rilievo tutto speciale i due brani conclusivi della pericope. (Mt 22,34-40 e41-46) Il primo sottolinea con le labbra stesse di Gesù che per la fraternità di Matteo e nostra non è mai separabile il primo dal secondo comandamento e questo in obbedienza alla Legge donata a Israele. Il secondo annuncia la grande invettiva di Gesù contro i Farisei del capitolo 23. e fa da cerniera tra l’ingresso di Gesù in Gerusalemme( 21,1-9) e l’annuncio della sua caduta. (24,1-3) E’ la disputa es caro el viagra conclusiva e la chiave di volta per comprendere le altre. Sapranno i “fratelli di Gesù” riconoscere senza ambiguità di chi è Figlio? LECTIO 47 Matteo 21,1-11 La Chiesa testimonia con la sua vita che il Regno viene in umiltà e mitezza Di questo come fraternità siamo testimoni davanti al mondo: il corpo di Gesù ora siamo noi (At.1,8) Ora siamo rappresentati dall’asina e dal suo puledro: viene su un’asina, un umile animale da servizio! Nulla di arrogante, di violento, di opprimente. Il compito di ogni fraternità è di “slegare l’asina”, liberando in ognuno di noi la capacità di servire. LECTIO. 48 Matteo 21,12-17. 23-27 Se una comunità non si converte, Gesù tace e il nostro cuore diventa indurito Abbiamo unito due testi che ruotano attorno al tempio (cfr v23) La chiesa non ha più un tempio perché il corpo crocefisso e glorioso di Gesù è il nuovo e definitivo tempio in cui adorare il Padre in spirito e verità. Il nuovo culto è l’amore del Figlio verso i fratelli e dei fratelli tra loro! Purificare la fede da ogni forma di mercato è compito permanente di ogni generazione cristiana. Noi ci induriamo quando consideriamo ovvio e scontato il Vangelo ( 23-27) LECTIO 49 Matteo 21,22 . 28-46 Attenti a dire di sì solo a parole e poi niente frutti. Abbiamo unito due brani staccati tra loro: la maledizione sul fico che Matteo ha in comune con Marco ma che svolge in modo diverso e la paraboletta propria di Matteo dei due figli inviati a lavorare nella vigna. Ma guai ad essere , in ogni stagione, fichi senza frutti! Belle liturgie senza ascolto di Dio, ricchi di foglie ma poveri di comunione con Dio e con i fratelli e sorelle! Solo innestati in Cristo portiamo frutti.(Gv 15,1-17 Si può essere nella Chiesa apparentemente sani dall’esterno come un fico pieno di foglie ma senza frutti e si può dire di sì a parole e di fatto non andare a lavorare nella vigna del signore. Un tema di grande attualità per la comunità cristiana se non riconosce l’amore tenero di Dio per la Sua vigna! LECTIO 50 Matteo 22,1-14 Esser chiamati e aver risposto di sì, non vuol dire essere automaticamente salvati Quel che è successo a Israele può accadere ad una comunità cristiana se non vive una forte responsabilità ecclesiale sapendo che essere cristiani non ci assicura la salvezza in modo magico o scontato.( cfr 3.8;7,21-23;13,24-30.36-43 .47-50) Ciò che accadde allora, può accadere in ogni tempo(cfr 1 Cor 10,11) In questa lectio la nostra fraternità si identifica con l’uomo senza veste nuziale: solo sentendoci davvero peccatori potremo cambiare vita e indossarla poi con gioia. Nella sala del banchetto possono presentarsi falsi discepoli che solo Gesù può smascherare! Sono quelli che hanno profetato, cacciato demoni, operato miracoli ma..non hanno cercato con sincerità di coscienza e con l’aiuto dello Spirito di tradurre in nuovi stili di vita la volontà del Padre( Mt 7,21 ) LECTIO 51 Matteo 22,15-22 La fraternità cristiana e la carità politica La fraternità cristiana vive la carità politica e con lucidità e coraggio lavora con tutti gli uomini di buona volontà per impostare relazioni nuove e costruttive a tutti i livelli offrendo non solo la sapienza del vangelo ma stili concreti di vita che rendono credibile una proposta di vita evangelica nel tempo presente e diventano un servizio al bene comune. Una occasione preziosa per riprendere i capisaldi della dottrina sociale della Chiesa. LECTIO 52 Matteo 22,23-33. 34-40. 41-46 La fraternità custodisce la fede nella resurrezione nella vita eterna e nella vita presente vive il grande comandamento dell’amore Questa lectio ci può aiutare a pensare alla morte in modo nuovo. Tutto quello che noi facciamo o non facciamo è determinato spesso in modo nascosto proprio dalla paura della morte. Possiamo aiutarci in fraternità attraverso le scritture a confidare che la morte è il passaggio doloroso e benedetto che ci porta faccia a faccia col Signore come tanti fratelli e sorelle ci hanno testimoniato. Potremmo chiederci come rinnovare la vita fraterna a partire da questa fede nella resurrezione e come sostenere ed aiutare quelli che fin d’ora non prendono moglie né marito ad essere un segno del mondo che verrà. IX. L’ultimo appello ai pastori della Chiesa e a tutti noi sull’attesa della “Venuta del Figlio dell’Uomo”. (23-25) Un unico grande discorso ampio tre capitoli, come quello iniziale sulla montagna: il versetto 23,39 lega il primo al secondo e il versetto 24,44 introduce il capitolo 25,il versetto 26,1 li considera uniti. Cambia il luogo: dalla zona del tempio al monte degli ulivi. Tornano i discepoli assenti nei capitoli precedenti ( 23,8-11;24,1-3) ma tutto il capitolo 24 è rivolto a loro e di fatto tutto il 25 è la continuazione del dialogo riaffermato in 26,1. Poniamo una attenzione ai testi propri di Matteo: nella requisitoria contro gli scribi e farisei di cui sottolinea l’incoerenza, i privilegi, la doppiezza con un occhio proteso ai pastori della Chiesa. (23,3.9-12.15-22.30.33.) Ritornano in questa appassionata esortazione indiretta alla chiesa di ogni tempo, i messaggi tipici di tutto il Vangelo di Matteo : unità tra ascoltare e http://pharmacyincanada-onlineon.com/ vivere, tra dire e fare. ( 23,3-4; tra comandamento e tradizioni umane(15-22), nessuna ipocrisia tra dentro e fuori (26-31), sulla incapacità di cogliere il compiersi delle antiche Scritture (33-39), Nel capitolo 24, guardando al futuro Matteo esorta a vivere il tempo presente della Chiesa e accentua il levarsi di falsi profeti e vede http://cialiscouponedtrial.com/ che l’amore di molti si raffredderà senza tuttavia impedire che il suo vangelo raggiunga tutta la terra prima della fine
(24,10-12 .14)..Anche il capitolo 25, pur puntando alla venuta del Figlio dell’uomo nella gloria con i suoi angeli vuole sostenere ogni comunità cristiana a vivere il presente con grande responsabilità e maturità ecclesiale. E’ davvero una perla del solo Matteo e ci aiuta ad entrare nel cuore del suo vangelo.. In tutto il capitolo si respira un’aria strana. Si consumano gravi infedeltà senza che il cristiano si renda conto. Tutti in buona fede o quasi! Vorrei che parlaste con le ragazze rimaste fuori del banchetto (Un 50% che dovrebbe preoccupare!) sorprese e sicuramente unite ma nello smarrimento per quel ‘non vi conosco’. Una eventualità non presa sul serio convinte che comunque bastasse la presenza. ). Al pranzo vado, il talento lo restituisco, più ignari gli altri, del tutto sorpresi: ’quando mai ti abbiamo visto’ Il tratto comune: insufficienza di una attività concreta che ora sembra imprevidenza, ora paura e pigrizia, a motivo di una falsa immagine di Dio e di Cristo di cui non si coglie la concretezza della Incarnazione e del suo stare dentro la storia e nascosto nell’uomo che soffre. La vigilanza in Matteo non sembra essere il fervore, non è la gioia, in qualche modo neppure la fede, ma una attesa attiva e responsabile, un amore che concretamente si dona, un capitale enorme che va fatto fruttificare, va trasmesso senza imperdonabili pigrizie . Ammonimenti straordinari per le nostre fraternità missionarie che con il dono dello Spirito possiamo trasformare in stili di vita!
(22,39) perché il Signore stesso si è fatto nostro prossimo ed è sempre con noi fino alla fine del mondo! (28,20) E la fraternità? E la preghiera? Una lettura post cristiana è fuori luogo. Diceva don Rossetti: questo è il tema comune a tutti dell’esame ma a chi è stato affodato molto sarà richiesto molto di più. Ma tutti saremo misurati sull’amore.. Gesù ancora una volta pensa ai discepoli e ad essi con parole scolpite ricorda che l’essere benedetti o maledetti, vivere oggi una vera o falsa fraternità cristiana dipende dall’amore dato o negato ai fratelli nel bisogno. X.Le reazioni dei discepoli di ieri e di oggi di fronte alla Passione e Resurrezione di Gesù Cristo, Figlio di Dio! (26-28) I racconti della Passione e Resurrezione sono la conclusione di tutta la catechesi di Matteo in cui si respira un clima molto più giudeo e palestinese che in Marco e in cui si accentua il significato della passione per la chiesa in rapporto a Israele. Per questo Gesù, in pieno accordo con le scritture, affronta il disprezzo e le violenze di un popolo che grida “il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli!”( Mt27,24-25) Ormai la Chiesa di Cristo è il nuovo popolo di Dio, questa chiesa giudeo cristiana che vive la Passione come l’evento culminante della storia della salvezza, consapevole di portare a compimento tutte le promesse del primo testamento. Il messaggio è chiaro e triste. Gesù perfettamente consapevole desidera partecipare ai suoi amici il mistero che lo conduce a dare la vita per amore. I discepoli, la chiesa, la nostra fraternità, nonostante siamo sempre preavvisati da Gesù e nonostante i suoi continui pharmacy online tentativi di comunione anche verso i “traditori”, ci dimostriamo distratti, estranei al suo destino, incapaci di seguirlo e lo abbandoniamo sulla croce ma lui ci offre ancora la possibilità di entrare nuovamente in rapporto con lui nella resurrezione e ci manda nel mondo intero come missionari. C’è una donna all’inizio della passione e al primo incontro col Risorto. Quella donna ci rappresenta e ad essa vorremmo rassomigliare. Ancora una volta Matteo, pur seguendo il testo di Marco, mette maggiormente in luce il significato della Passione per la Chiesa: sottolinea il dramma sempre attuale del tradimento attraverso la doppiezza di Giuda (26,25)di cui, unico tra i sinottici, narra la sua morte disperata (27,3-10; At1,18-19); esorta a tenere duro nella prova, nell’abbandonarsi ripetuto e sofferto di Gesù alla volontà del Padre(26,42.44), a non ricambiare mai la violenza con la violenza certi che, se il Padre vuole, manda legioni di angeli(26,52-54); a non essere esitanti e vigliacchi come Pilato sopraffatto dalla folla quando perfino la moglie in sogno riconosce Gesù come un giusto (27,19. 24-26) Cristo è il Figlio di Dio che compie le profezie del Vecchio Testamento e affronta viagra generic il disprezzo del suo popolo (Zac11,12-13;Sal 22,9) Noi vorremmo nelle varie lectio osservare i discepoli e trarne un insegnamento per la chiesa dei nostri giorni con il cuore fisso sui nostri giovani. LECTIO 60 Matteo 26,1-13 La donna che sparge profumo. Ormai tutte le parole sono state dette ( 26,1) I verbi non sono più al futuro ma al presente. Il messaggio è stringato e preciso, quasi un estremo appello agli amici ad essere con Lui nel viaggio conclusivo della sua esistenza sulla terra. Per questo va a Betania, in cima al monte degli Ulivi, il suo buon ritiro quando scendeva a Gerusalemme(21,27), lontano dalle congiure di Caifa, in casa di un amico fidato, forse guarito dalla lebbra . buying viagra online Ci sono tutti i suoi e arriva una donna. Oggi la chiesa è quella donna che profuma il corpo di Gesù! E’ la Sposa che finalmente ama il suo Signore e gli dona ciò che ha di più prezioso! LECTIO 61 Matteo 26,14-30 L’amico che Lo svende e i discepoli che vivono turbati la prima Eucaristia L’ultima cena viene preparata e consumata a casa di un “tale” , immagine della Chiesa che prepara con cura il pasto Signoriale; il traditore che svende il maestro invece è conosciuto per nome e possiamo riconoscerlo come nostro fratello Giuda; i discepoli, la fraternità, eseguono i comandi del Signore ma poi sono scandalizzati e pieni di paura, Pietro è troppo sicuro e il Signore lo prepara all’amaro tradimento..Ogni Eucaristia è un patto unilaterale di amore di Cristo verso di noi: il Signore si dona a noi e noi lo tradiamo e lo rinneghiamo. Se come fraternità cristiana riconosciamo sinceramente i nostri peccati possiamo accogliere in ogni Eucaristia l’amore incondizionato di Gesù e vivere in perenne rendimento di grazie LECTIO…62 Matteo 26,31-46 Pietro che finge di non conoscerLo e gli amici che dormono nell’orto Proviamo con estrema sincerità a chiederci quando, come chiesa, abbiamo finto di non conoscerlo e di fatto lo abbiamo rinnegato. I discepoli dormono mentre l’amico suda sangue. Una comunità è veramente fraterna quando
sa vegliare e pregare per il mondo che cialis generic in india soffre a partire da coloro che ci vivono accanto. LECTIO 63 Matteo 26,47- 75 Pietro(?) che sfodera la spada, Lo segue da http://viagraforwomentreated.com/ lontano, Lo tradisce e si pente.. Matteo non parla di Pietro ma di uno di quelli che erano con Gesù che sfodera la spada ma da al brano un valore particolare perché i versetti 26,51-54 sono quasi interamente solo suoi. Ogni volta che rispondiamo al male con la stessa moneta, moltiplichiamo la violenza. Il regno di Dio non si conquista né si mantiene con il potere mondano! In Gv18,5 Gesù atterra con il solo sguardo quanti sono venuti con Giuda per arrestarlo: una straordinaria lezione per la Chiesa! L’impressionante assenza dei discepoli fuggiti “allora i discepoli tutti lasciandolo fuggirono”(26,56b) non può non farci riflettere sulle fughe dei nostri giorni.. LECTIO 64 Matteo 27,1-23 Quando le folle gridano “sia crocefisso” c’è solo Giuda, che poi per disperazione si uccide. Solo Giuda sembra esserci e per disperazione si uccide mentre Gesù proclama la sua regalità e viene decretata la sua morte . C’è Pilato e sua moglie, folle ideologizzate e di cristiani neppure l’ombra mentre Gesù tace e Barabba viene liberato. Per questo la comunità di ogni tempo legge con grande contrizione il racconto della Passione. La Chiesa riconosce in sé il peccato di Giuda e davanti alla morte di Gesù sa che può vivere solo di perdono. Le nostre colpe non vanno espiate se accogliamo la grazia di un amore senza condizioni. Pilato ancora si chiede come può proclamarsi re un uomo debole e indifeso, consegnato al suo potere. Dopo venti secoli il suo modo di essere re inquieta ancora perché mina alla radice ogni volontà di dominio. Non abbandoniamo questo re e non lasciamolo solo nel processo davanti al mondo. LECTIO 65 Matteo 27,24-44 Nell’ora del dramma Gesù è assolutamente solo e non c’è ombra di fraternità accanto a Lui Ancora folle inferocite. Un volto mai incontrati prima nella via crucis. Simone di Cirene, un cristiano occasionale, costretto a portare la croce con Gesù. Neppure il ladrone buono di cui parla Luca: qui entrambi i briganti lo insultano mentre il dramma si consuma per opera di soldati mercenari. L’innocente è consegnato, la soldataglia lo tortura sghignazzando, altri soldati si dividono il “bottino” mentre fanno la guardia al crocifisso, i sacerdoti e le guide del popolo lo scherniscono, i passanti occasionali bestemmiano verso di Lui. Matteo sembra dire alla sua Chiesa e a noi: non lasciate anche oggi solo il Signore! Con Francesco di Assisi proviamo a dirgli : “che io muoia per amor dell’amor tuo” Chiediamoci nella lectio se viviamo di criteri mondani per cui di fatto anche oggi potrebbe non esserci un discepolo accanto a Gesù che si dona per amore. LECTIO 66 Matteo 27,45-66.- Per fortuna alcune donne, amiche di Gesù, osservano da lontano la Sua morte Finalmente due donne amiche mentre Gesù muore accanto a soldati profondamente turbati e che tra poco grideranno la loro fede in Gesù Figlio di Dio, primizia dei popoli pagani che, come i magi, cammineranno verso il re dei Giudei. Ora tutto si compie e il mondo nuovo inizia. Solo Matteo ha i versetti 51-54 in cui il velo del tempio si squarcia, la terra si scuote, i sepolcri si aprono per restituire i morti che entrano in Gerusalemme e appaiono a molti. Alcune donne amiche che osservavano da lontano. L’unico discepolo è Giuseppe e si fa avanti dopo la morte di Gesù non era della cerchia stretta e intravede due donne Maria e l’altra Maria che osservavano la tomba. Queste donne si “battezzano” nella morte di Gesù per essere con lui con sepolte e con lui risorgere (Rom 6,1-5). Queste due donne sono la fraternità cristiana: la sequela e il servizio portano qui e partono di qui! La resurrezione Attraverso due donne, immagine della prima fraternità ecclesiale, (4,21-25) diventiamo testimoni della Resurrezione se come Maria di Magdala e l’altra Maria siamo vicini a Gesù nella croce e al sepolcro(27, 56. 61) Non si dice che vanno ad ungere il corpo sepolto del Maestro ma sperimentano nel terremoto l’intervento di Dio ( 27,51 e 28,2) e l’Angelo del Signore che preannuncia la vittoria sulla morte come all’inizio aveva illuminato il mistero della nascita (1,20-24;2,13.19) La resurrezione di Cristo si accoglie per fede e non si controlla: i soldati tramortiscono per la paura e sono comprati come Giuda con denaro mentre alle donne è chiesto di non avere paura perché il Crocefisso” è stato risvegliato”come aveva predetto (Mt 16,21;17,9.23;20,19;26,32) Non meravigliamoci se anche noi, come le due donne, oscilliamo tra la paura e la gioia di fronte al Mistero. I discepoli credettero alla loro parola perché esse avevano incontrato personalmente il Signore! Gesù Risorto mandandole ai discepoli richiama “miei fratelli” per indicare il nuovo tipo di relazione che intercorre nella fraternità cristiana (12,46-50) Anche nel fatto che Gesù Risorta appaia solo ai discepoli in Galilea dove tutto era iniziato è un fine tratto ecclesiale di questo vangelo( 26,32; 12,49; 25,40; ) Ma ora nasce un rapporto nuovo di amore e la .fraternità è il frutto del perdono del Risorto nei confronti di una comunità che lo aveva abbandonato ed era fallita nel momento più tragico della sua esperienza con Gesù. Ma la fraternità è di nuovo convocata e d’ora in poi vivrà col risorto che rimane
con lei fino alla fine del mondo!