6 novembre 2007

Don Oreste rimosso

Come prevedevo e temevo, nei tanti commenti, anche molto belli, in ricordo di don Oreste, nessuno, salvo mi sia sfuggito qualcosa, ha ricordato il Don Oreste antimilitarista, pacifista e nonviolento. Fintantochè si occupava di prostitute e di droga, barboni e disabili, bambini abbandonati e aborto, don Oreste aveva l’approvazione della Chiesa ed anche di molti al di fuori della Chiesa. Al massimo veniva considerato un po’ esagerato ed eccessivo, talvolta un po’ naif, ma sostanzialmente veniva apprezzato. Ma come accettare il don Oreste che negli ultimi 30 anni non ha omesso un solo intervento duro e contrario a qualunque guerra combattuta dall’Italia sotto le mentite spoglie della NATO, della guerra umanitaria o preventiva? O il don Oreste che diceva che un cristiano può fare solo l’obiezione di coscienza al servizio militare e non può far parte di una struttura che addestra ad uccidere? O il don Oreste che vent’anni fa, a suo rischio e pericolo di finire in galera, per primo in Italia con l’operazione Colomba “copre” gli obiettori della Papa Giovanni autorizzandoli ad andare all’estero a fare interposizione nonviolenta e prevenzione dei conflitti laddove gli eserciti fomentavano guerre e odio ? O ancora il don Oreste che fino all’ultimo ha invitato a fare l’obiezione alle spese militari, cioè a non pagare le tasse corrispondenti alle spese militari (+ 11% in questa finanziaria)? O il don Oreste che si è opposto, personalmente e come associazione, ad ogni aumento di spese militari e ad ogni allargamento di basi militari (ultimo suo pronunciamento pubblico durissimo quello sull’allargamento della base militare americana di Vicenza)? No, questo don Oreste non va giù, meglio non parlarne, meglio descriverlo come un santo che voleva bene ai poveri e basta. Ed invece io credo che il don Oreste antimilitarista, pacifista e nonviolento sia la chiave di lettura per capire tutto don Oreste. Lui, come Gandhi, aveva un unico criterio (Gandhi la chiamava “la regola d’oro) per per capire le situazioni, per leggere i segni dei tempi (per dirla con Papa Giovanni): quella di scegliere sempre di stare con gli ultimi, sempre, non solo in alcune situazioni, e non solo per alleviare con le scelte personali la fatica di vivere degli ultimi, ma anche per indicare le strutture di peccato che creano quelle situazioni di sfruttamento, degrado, morte. Strutture di peccato gli eserciti, strutture di peccato il commercio internazionale e il sistema politico-economico che governa il mondo, strutture di peccato gli istituti per i minori, strutture di peccato i luoghi dove invece che aiutare le donne ad accogliere un figlio le si aiuta a farlo fuori, strutture di peccato le baraccopoli e i ghetti delle città, strutture di peccato le organizzazioni criminali della prostituzione e della droga.
Questo stare dalla parte degli ultimi sempre e comunque (don Milani diceva che i poveri hanno ragione anche quando hanno torto), questo stare dalla parte della vita a 360°, lo rendeva credibile. Anche nella Chiesa questo don Oreste non va giù, meglio non parlarne di questo don Oreste: una Chiesa che si dichiara contraria alle guerre ma continua a benedire gli eserciti che alla guerra si addestrano, che esalta l’obiezione di coscienza ma tiene i cappellani militari coi gradi e soldi dell’esercito, che condanna il commercio delle armi ma non dice una parola quando viene cambiata la legge che consente di vendere armi a regimi repressivi e sanguinari come la Birmania, che tace di fronte all’allargamento delle basi militari o all’aumento delle spese militari. Una Chiesa che non si schiera si schiera coi più forti, diceva non Oreste, che in tutte le occasioni era sempre schierato, dalla parte degli ultimi.
I pacifisti e i nonviolenti piangono oggi uno dei più lucidi e rigorosi costruttori di pace e testimoni della verità che l’Italia abbia avuto nel dopoguerra.


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