Sert, metadone e le ronde di Cavallieri
Una nuova vicenda, che ha coinvolto alcuni amici di Casa Betania che si sono impegnati ad aiutare un ospite a uscire dalla “vitaccia”, mi permette di tirare fuori un discorso che proprio un anno fa feci dopo aver accompagnato Antonio al SERT di Fano. Non so se ricordate quanto vi raccontai di quell’esperienza kafkiana, ma arrivai a pensare che se uno non si droga, entrando al SERT rischia di uscire tossicodipendente. Ebbene, sembra che adesso ne abbiamo le prove.
Questo nuovo ospite racconta che, dopo essere uscito da una comunità (non proprio psicologicamente recuperato), ma comunque disintossicato, il SERT di Fossombrone lo avrebbe ricondotto candidamente all’uso del metadone. Verrebbe da pensare, vabbé questo esagera, chissà come sono andate le cose. EBBENE NO! Lo stesso SERT di Fossombrone avrebbe confermato! Così candidamente, senza farsi tanti problemi, donando al malcapitato un po’ di metadone come fosse camomilla per dormire.
Io ci capisco poco su queste cose, ma avete presente quando si dice che dietro il latte artificiale ci sono degli interessi, o che si ricoverano dei bambini per ittero per non chiudere la pediatria, o che si fanno più interventi chirurgici per giustificare un “buon movimento” all’interno di un reparto, oppure – per non voler sempre parlare di sanità – quando si dice che in certe scuole si promuove o si boccia non in virtù del merito dello studente, ma in funzione della composizione delle classi?
Ebbene io ho la sensazione che i SERT debbano giustificare a qualcuno la propria attività attraverso il traffico di metadone, altrimenti non mi spiego queste vicende. Antonio mi raccontò che al SERT di Fano gli dissero: “oggi è sabato, ne vuoi un po’ di più?” come dire “dai, fai festa anche tu con un po’ di metadone in più” e così siamo tutti più tranquilli, non avrai bisogno di rubare, e soprattutto sarai molto più calmo una volta che andrai a sederti nella panchina dei giardini del Luigi Rossi insieme ad altri barboni, e quando poi arriveranno le ronde di Cavallieri, sarete tutti belli cotti…
Se qualcuno ha argomenti per contraddire questa tesi, sarebbe per me un gran sollievo. Altrimenti, io non ne capisco nulla, ma mi parrebbe da denuncia.
Estamos Juntos
Walter
p.s. Il saluto finale “Estamos Juntos” ha il copyright, è di proprietà di Alessandra Astuti, che proprio ieri così mi ha salutato dal Mozambico preannunciando propri interventi sul nostro Blog parrocchiale.
Carissimo Walter,
non puo’ che essere cosi’; il trattamento della tossicodipendenza dato in mano a ‘’tecnici’’ non puo’ che essere questa;
Si pensa possa esistere una neutralità educativa.
Si pensa che verità sulla persona siano semplicemtne opinioni
se tu sentissi che cosa pensa dei Sert Don Oreste ti renderesti conto di una necessità impellente: ricominciare a vedere l’uomo in modo nuovo riprendendo in mano l’educazione.
Con tutta la pochezza dei nostri mezzi, noi, in parrocchia abbiamo iniziato a discutere di educazione guarda caso iniziando dalla tossicodipendenza
Questo è il compito imprescindibile della chiesa non disgiungibile dall’annuncio del vangelo.
Purtroppo il servizio pubblico e tanta ideologia ci impongono una versione di uomo che non corrisponde a verità.
So le cose che raccontano gli operatori delle tossicodipendenze nelle scuole, i consultori o che altro.
A costo di sembrare Don Chisciotte mi faccio avanti perché ( ahimè ) nel panorama non penso che il sentirsi inadeguati alle sfide della educazione possa farci desistere.
Mi rtendo conto che non è improvvisabile la cosa ma ci costringe a lavorare ( ….. a studiare ) e probabilmente anche per Donvi diventerà una necessità perché la Parola cade su un terreno sempre 8in movimento.
Io rimango stupito da don Oreste per la lucidità e la preparazione in ordine alla realtà delle cose.
Credeteci
La Chiesa è una grande opportunità e una grande fonte di conoscenza della realtà umana
Chico
Le notizie raccontate a cui si riferisce l’articolo non sono affatto affidabili. Basti pensare che il sabato il SERT di Fano è chiuso e non distribuisce terapie…
Non capisco come si fa a pubblicare un articolo del genere solo per far colpo sulla gente con due battute e quattro str….te.
Francesco
OK forse era venerdì e non sabato, comunque un prefestivo, e non modifica di tanto il concetto. Sta di fatto che l’impressione avuta da me, quando accompagnai una persona che aveva bisogno, e fui presente al colloquio fu veramente pessima. Forse sono capitato in una giornata sfortunata, come a volte accade in altre strutture sanitarie. Come sono stato io sfortunato ad ascoltare solo un certo tipo di testimonianze sui SERT anche di altre città. Mi auguro con tutto il cuore che UMADEMA abbia ragione e io torto: la mia affidabilità più che altro nuocerebbe a me stesso, quella delle strutture sanitarie certamente no. Grazie della precisazione.
Walter: non sei sicuro se era venerdì o sabato?
questo me la dice lunga sulla veridicità delle notizie sulla quale si basa il tuo articolo…
Inoltre lo stesso “Antonio” che tu dici di aver accompagnato, prima dici che era al sert di Fossombrone, poi al Sert di Fano,insomma perchè vuoi creare sensazione a tutti i costi con il tuo articolo…!
Tu stesso dici: “Io ci capisco poco su queste cose…”, forse delle riflessioni più attinenti ad una giusta informazione avrebbero fatto un buon articolo, magari non così polemico “a prescindere”.
Vedi walter, anch’io penso che spesso i sert perseguono dei fini più politici che propriamente di aiuto verso i loro pazienti; questo sicuramente accadeva qualche anno fa (ma anche ora) e sai perchè principalmente? Perchè preferivano\preferiscono mantenere i propri ragazzi in terapia o di metadone o di suboxone che sia, piuttosto che dirottarli o invitarli (o anche minimamente introdurre il discorso) presso una comunità terapeutica dove sicuramente potrebbero ricevere un aiuto migliore in molti sensi.(almeno la maggior parte di loro).
Questo ad esempio poteva essere un buon tema per il tuo articolo!
La tua tesi ha dei punti da salvare, ma non come gli hai espressi tu.
Sarebbe tra l’altro anche giusto parlare, prima di questo, della efficacia, in senso positivo,delle terapie distribuite dai sert.
Ma per favore togliti quell’aria da giudice supremo che parla già per partito preso con parole e frasi da sensazione come hai scritto.(senza offesa).
Mi scuso con te e coi lettori per aver ripreso il commento dopo così tanto tempo,ma il tema è sempre attuale.
Se poi, Walter, vuoi capire meglio la realtà del sert e delle comunità puoi contattarmi alla nuova mail che ho postato.