INIZIAZIONE CRISTIANA 5
- Il tempo della ‘mistagogia’ aspettando la Cresima. Suggerisco di proseguire ancora per alcuni anni a mantenere la cresima nell’età solita considerando come anni della mistagogia ( educazione alla vita liturgica, alla vita affettiva e morale e al coraggio di manifestarsi cristiani) quelli che seguono i sacramenti della iniziazione cristiana anche se carenti della Grazia della Confermazione e che potrebbe in un futuro prossimo essere conferita in date diverse a seconda dei percorsi educativi intrapresi ma per il momento, per rendere graduale il cambiamento, potrebbe in linea di massima restare all’inizio della scuola superiore . Anni della Mistagogia e della testimonianza ma anche dell’inserimento nella pastorale giovanile della Chiesa locale e della parrocchia . Inserimento che ora avviene in modo improvviso dopo la Cresima ed è una delle cause dell’abbandono.
In pratica:
a. premetto che per me questo ripensare la catechesi della adolescenza è il punto più difficile. Per questo vorrei offrire solo alcune indicazioni generali da approfondire con i catechisti e i genitori che condividono la ‘passione educativa‘ per gli adolescenti.
b.proporrei di non toccare per il momento l’età della cresima e pensare assieme come vivere al meglio con i ragazzi che ci vengono affidati questi 3.4 anni a seconda che il ‘catecumenato’ termini in quarta o in quinta elementare e farei una divisione in tre parti assai differenziate tra loro:
1.anno della mistagogia (quinta elementare)
2.biennio della vocazione e della affettività( un solo gruppo con piccoli gruppi di (lavoro. prima e seconda media)
3.l’anno della cresima (terza media)
- può accadere che ragazzi di 11 anni siano ancora nel tempo del ‘catecumenato’ ma quelli che ricevono i sacramenti della iniziazione in quarta hanno oggi 4 anni prima della cresima. La ‘quinta’ viverla maggiormente come anno della mistagogia tutta rivolta a ciò che è accaduto nei sacramenti e alla educazione ai comandamenti e alla vita morale cristiana. Un anno ‘leggero’ che approfondisce il mistero con gli occhi strabici: dei momenti da vivere con i ‘catecumeni’ e degli altri con i ragazzi più grandi, specie verso la fine del percorso, per preparare l’ingresso nella adolescenza.
Per esprimere questi impegni si può prevedere per il tempo della mistagogia la “consegna” del giorno del Signore o domenica (ottava di Pasqua o otto giorni dopo il battesimo), e del catechismo che deve guidare la formazione cristiana negli anni successivi. Come dal programma generale della catechesi parrocchiale credo che questo sia l’anno per mostrare le conseguenze del sacramento: la vita morale come risposta all’amore di Cristo per noi. Una rilettura cristiana dei dieci comandamenti che potrebbero anch’essi essere consegnati assieme al nuovo precetto di Gesù ” amatevi come io vi ho amati”. Sopratutto non perdere l’investimento con i genitori che si sono coinvolti nel periodo precedente.
Con i genitori che sono stati toccati dal Signore nel tempo forte del ‘ catecumenato ‘ ,vivere alcune domeniche esemplari con i ragazzi immaginando cosa significhi il giorno del Signore nel terzo millennio. Le celebrazioni penitenziali potrebbero essere vissute anche con i ragazzi delle medie per avviare un contatto con gli adolescenti.
Essendo un anno ‘leggero’ si possono immaginare con fantasia creativa dei momenti di fraternità tra ragazzi e famiglie, un fine settimana in primavera estate da vivere assieme in un posto bello come conclusione del percorso e così via.
2. Con la prima e seconda media proporrei di lavorare assieme come un unico gruppo ed una unica équipe di catechisti . Ogni anno vi sarà un nuovo innesto di un gruppo di prima ma potrà essere arricchente in base ai contenuti che proverei a proporre tenendo idealmente presenti i catechismi CEI.
Perché non lavorare seriamente attorno ad alcuni temi con l’aiuto dei vari servizi diocesani : il tema vocazionale con l’aiuto del servizio diocesano vocazioni, il tema missionario con l’aiuto del centro missionario diocesano, il tema della affettività con l’aiuto del Consultorio familiare e del gruppo famiglia? In prima media punterei più sull’aspetto vocazionale e missionario, in seconda più su quello affettivo! Gli incontri sulle diverse tematiche andrebbero vissuti da tutto il gruppo anche con l’aiuto di tutti i mezzi della comunicazione sociale, ma preparati da un gruppo di lavoro che dura tutto l’anno. Per questi gruppi i catechisti possono chiedere un aiuto alla fraternità missionaria della parrocchia ma con un progetto articolato fin dall’inizio e non testimonianze improvvisate quando non si sa cosa fare!
Dal punto di vista della formazione spirituale direi di curare moltissimo le ‘celebrazioni penitenziali’ e l’invito alla guida spirituale del sacerdote ma anche del diacono e del catechista. Un grande spazio di ascolto dei ragazzi ed almeno un incontro su quattro dedicarlo a questo per educarli alla confessione mensile, all’ascolto della coscienza, alla riflessione sulle proprie scelte.
Lavorare strettamente con il gruppo scout se alcuni vi fanno parte e con l’ACR se alcuni vi partecipano per non sovrapporsi e per focalizzare le mete educative. Se nel periodo forte della IC erano loro che dovevano avvicinarsi a noi, adesso potremmo essere noi ad avvicinarci a loro. Se tra i catechisti potessimo avere insegnanti delle medie di religione o non, allora si potrebbero pensare delle iniziative anche sporadiche scuola-parrocchia ma che siano incisive dal punto di vista culturale dell’adolescente.
Credo che sarebbe importante chiedere in questo periodo adolescenziale all’ufficio catechistico della diocesi e all’azione cattolica diocesana dei momenti allargati tra tutte le parrocchie o nella zona pastorale per cominciare ad ‘uscire’ dalla parrocchia e far toccare con mano ai ragazzi che altri fanno il loro cammino e non devono vergognarsi del Vangelo. Preparare fin dal programma iniziale questi momenti per proporli con convinzione.
Anche dentro la parrocchia dobbiamo aiutarli a vincere il rispetto umano dove il massimo per chi cresce non sia stare il più lontano dall’altare o ci si vergogni di fare i ministranti perché si è grandi e così via . Sarà dura accorgersi se nascono vocazioni sacerdotali o missionarie: ecco che i giovani più grandi potrebbero proporgli di inserirsi nella corale, nel gruppo liturgico, nella responsabilità verso i ministranti più piccoli ed in alcune liturgie affidate completamente a loro.
Credo che dovemmo puntare in questo biennio a non trascurare una loro più consapevole partecipazione liturgica. Credo che senza separarli dalla liturgia della comunità vi possa essere da parte degli animatori liturgici una costante attenzione agli adolescenti senza escludere in casi particolari di metterli al centro della liturgia domenicale con omelia e linguaggio adatti per loro e con una Messa animata dagli adolescenti.
Un altro aspetto su cui operare è quello della carità con l’aiuto della caritas parrocchiale e diocesana specie in tempo di avvento e quaresima. Da qualche anno non facciamo più sporcare le mani ai ragazzi per vivere la gratuità, il servizio disinteressato verso chi ha bisogno. Il Papa giustamente nella sua prima enciclica lo raccomanda e non separa l’affettività dalla carità.
Tra le consegne vedrei bene la Consegna della Bibbia preparata e seguita da una introduzione essenziale alla stessa specie nel gruppo vocazionale. Dovremmo chiedere ai lettori di preparare piccole tracce di lettura adatte ai ragazzi con commenti brevi e stimolanti o cercare sussidi ben fatti al riguardo.
Di fatto come sempre accade alcuni adolescenti non parteciperanno al biennio e si faranno vivi in terza per la cresima. Ma occorre creare un gruppo coeso per dare gusto a quelli che si impegnano. A questa età accade che i ragazzi cambiano rispetto agli anni della infanzia ed a volte emarginiamo di fatto quegli adolescenti che vogliono considerare la esperienza parrocchiale come primaria nella loro vita di ragazzi.
Il ruolo dei genitori in questa fase educativa: le coppie che negli anni del ‘catecumenato’ sono stati accettati dai ragazzi possono essere direttamente animatori del gruppo assieme ai catechisti. Altri offrono una collaborazione indiretta con alcuni momenti di coinvolgimento pieno nel processo educativo:
Il campo scuola annuale da ripensare e differenziare nei due anni ( un anno più vocazionale, un anno più sulla educazione alla affettività) in modo che vi sia un nesso tra il percorso in parrocchia e le tematiche del campo altrimenti si rischia di svuotarlo di contenuti educativi anche se rappresenta un momento forte dal punto di vista emozionale e di amicizia.
INIZIAZIONE AL SACRAMENTO DELLA CRESIMA
3 . La terza media (normalmente ma potrebbero esservi ragazzi di seconda o di prima superiore) da vivere come preparazione ravvicinata e differenziata alla cresima con un occhio rivolto alla pastorale giovanile per preparare un inserimento nella comunità dei giovani della parrocchia e della diocesi.
Preparazione ravvicinata alla Cresima vista nel suo duplice aspetto: sacramento della iniziazione cristiana e quindi strettamente legata al battesimo e alla eucaristia e sacramento della testimonianza e quindi aiutare gli adolescenti ad inserirsi da cristiani nella cultura dei ragazzi di oggi con tutto quello che ciò comporta.
Chi mettiamo a fianco dei ragazzi in questo anno?
I genitori
Il diverso coinvolgimento dei genitori determinerà un percorso differenziato per il gruppo dei loro figli adolescenti. Questo dipenderà dall’esito di tutto il percorso educativo precedente ed in particolare dall’esperienza del catecumenato. Se è stata una esperienza bella e coinvolgente, non sarà difficile avere un gruppetto di genitori che si fanno vicini ai figli senza soffocarli, in un momento in cui essi cercano di tagliare il cordone ombelicale con la propria famiglia.
Per chi è più motivato a crescere nella fede cristiana si può proporre un inserimento pieno nella vita della parrocchia ( liturgia domenicale e catechesi biblica del venerdì) con la partecipazione agli esercizi spirituali di tutta la comunità in estate invitandoli a portare la propria ricchezza personale a servizio della Chiesa di Dio . Se sono famiglie ancora in ricerca ma desiderose di capire, si potrebbe dar vita ad un gruppo famiglia che con scadenza mensile si ritrova sullo stile dei gruppi di condivisione . Con alcuni di loro i catechisti si confrontano costantemente anche per telefono sul programma e sulle difficoltà incontrate. Alcuni incontri catechistici possono essere un dialogo tra genitori e figli. Ascoltare con attenzione i suggerimenti di queste famiglie che sono più motivate : potrebbero essere preziose per realizzare alcune trasferte con il gruppo ristretto per incontrare testimoni o partecipare ad eventi.
Cosa chiedere a tutti i genitori che iscrivono i loro figli alla iniziazione al sacramento della cresima?
Questo è un punto delicato : chiedere ai genitori di aiutare i loro ragazzi a partecipare abitualmente alla messa domenicale e agli incontri formativi e spirituali; chiedere l’impegno della famiglia a partecipare agli incontri per i genitori che vengono fissati all’inizio del cammino e alle celebrazioni liturgiche che segnano le tappe del percorso. Alcuni di loro, anche non praticanti, sono sinceramente interessati alla educazione dei figli: mi ha commesso lo scorso anno rivedere subito dopo la cresima la quasi totalità delle mamme dei cresimati per avviare un laboratorio sulla affettività con alcune psicologhe! Questi sono esempi da imitare!
I catechisti.
Ad essi tutta la fraternità missionaria è vicina e disponibile ad aiutarli. E’ uno dei servizi più generosi e difficili. Servono persone che hanno una preparazione e maturità affettiva e di fede veramente salda . Ad essi umilmente chiediamo di avere verso i ragazzi questi atteggiamenti umani e spirituali:
uno stile di attenzione personale alla vita dei ragazzi, di ascolto delle loro situazioni, di misericordia per la loro fragilità, di intuizione di eventuali difficoltà familiari che in genere il ragazzo nasconde e trasforma in atteggiamenti di superficialità ed arroganza ;
uno stile di discernimento per quei ragazzi che nel biennio precedente sono cresciuti nella vita spirituale ed ora chiedono una capacità di proposta adeguata alle loro esigenze che in qualche occasione hanno manifestato;una stima profonda di questi ragazzi per svelargli il meraviglioso progetto di Gesù su di loro
di avere davanti agli occhi non il gruppo ma la comunità cristiana nel suo insieme e aiutare i ragazzi ad inserirsi progressivamente nella vita dei giovani della parrocchia essendo presenti con i ragazzi nella liturgia domenicale come amici che condividono la loro vita e si interessano dei loro problemi e dei loro successi;
di puntare alla qualità più che alla quantità dei momenti formativi con una programmazione articolata che comprenda una celebrazione penitenziale una volta al mese durante la quale a piccolissimi gruppi i catechisti , dopo l’assoluzione del sacerdote, portano avanti un dialogo spirituale con i ragazzi; dei momenti tipicamente formativi con l’aiuto dei ministri ordinati ed istituiti , degli incontri con il mondo dei giovani della parrocchia e della diocesi.
Buona l’idea di alcune diocesi di far incontrare assieme al Vescovo tutti i ragazzi della Cresima; noi potremmo chiedere a Laura presidente dei giovani di Azione cattolica di aiutarci a momenti d’incontro interparrocchiali, concretizzare con questi ragazzi gesti di carità e di missione in modo metodico: hanno bisogno di entrambi le cose in modo non sporadico .
i padrini, i garanti
Una piccola grande novità sarebbe scegliere all’ inizio dell’anno della cresima i padrini e le madrine per i cresimandi . La scelta dei padrini dovrebbe coinvolgere ragazzi e genitori e stimolerebbe entrambi a scegliere figure credenti che possano davvero incoraggiare ed essere di esempio ai cresimandi. Essi potrebbero partecipare con i genitori alle celebrazioni e agli incontri e soprattutto essere davvero piccoli padri e madri per i nostri ragazzi con la discrezione e l’affetto che essi esigono .
I garanti ( il termine è preso dalla iniziazione cristiana degli adulti) da unire ai padrini o nei casi in cui i padrini non possono materialmente essere presenti sono alcuni fratelli e sorelle della comunità che si fanno garanti del ragazzo, quasi dei “tutor” spirituali in questo anno della cresima. Potrebbero essere un giovane più grande che gli è amico, un fratello o una sorella che è cresciuto in parrocchia, un catechista del periodo dell’infanzia o del catecumenato, un amico di famiglia di cui il ragazzo ha stima e fiducia. Essi sono vicini con il cuore, la preghiera, il dialogo spirituale, la presenza alle celebrazioni proprie dei cresimandi.
La pastorale giovanile della parrocchia
Una cosa interessante è il legame con i giovani della parrocchia con i quali stringere in alcune occasioni legami di amicizia durante l’anno della cresima. Preparare accuratamente l’ingresso nella pastorale giovanile della parrocchia con una festa da pensare assieme. I giovani dovrebbero sentirlo come un aspetto importante della loro testimonianza. Come inserirli? Come farli sentire accolti e amati? Questo è più facile se da quest’ano prevale una linea unitaria per tutta la pastorale giovanile.
Salve a tutti un cordiale ricordo nella preghiera ed un vivo elogio a questo splendido blog dalla Comunità Vocazione Padri Somaschi “Il Sico” http://www.ilsico.it
Saluti